giovedì 1 novembre 2012

BOICOTTIAMO HALLOWEEN

di Giuliana Calastri

Ritengo sia necessario che le famiglie, gli educatori, e non per ultimo il clero, imparino a decodificare Halloween per capire quanto sia necessario combatterlo. E’ un aspetto apparentemente ridicolo, ma in realtà tragico, di un atteggiamento profondamente anticattolico, che per di più si svolge, da voi a Guasticce, per quello di cui sono venuta a conoscenza tramite Facebook, in una sala parrocchiale, rifiutata per convegni ed organizzazioni rigorosamente cattolici! Lascio ai lettori il giudizio, il mio è di vergogna. Invito calorosamente, anzi raccomando, specialmente alle famiglie, agli insegnanti, agli animatori sociali, di boicottare  Halloween. Fatelo subito, adesso, organizzatevi in modo che questa vergogna sia spazzata dalle nostre abitudini, prima che qualcuno possa dire che si tratta di “ una tradizione”. Oggi si parla molto di identità: c’è chi ritiene che la propria identità si tuteli combattendo quella degli altri. Le tradizioni vengono minacciate solo al loro interno, vale a dire dalla mancanza della loro forza interiore. E dalla confusione. Ecco perché bisogna capire che l’indecorosa mascherata di diavoli, fantasmi, streghe, vampiri e zombies che da qualche tempo popola l’inizio di Novembre, un po’ in tutto il nostro cosiddetto Occidente, e non solo, non è soltanto un piccolo Carnevale di cattivo gusto, ma un vero e proprio attentato alla nostra identità profonda, al senso di solidarietà tra noi e quanti ci hanno preceduto nella vita, alle nostre tradizioni.Halloween è un ritorno demonizzato a consuetudini pagane che il cristianesimo aveva non solo vinto, ma già accolto per quello che avevano di positivo. Halloween è un aspetto in apparenza ridicolo, in realtà tragico, dell’apostasia anticattolica dei nostri giorni. Impariamo a decodificarlo per capire quanto sia necessario combatterlo. Le feste dedicate ai defunti e agli antenati, quindi alla fecondità garantita da chi ha già affrontato il ciclo naturale della morte e della rinascita, sono comuni a molti sistemi etno-religiosi. E, nelle “feste dei morti” è abbastanza comune che si rechino dei doni anche ai vivi: ciò appartiene all’immaginario dell’eterno ciclo del nascere e dello spegnersi, del letargo e del rifiorire della natura. Le culture celtiche usavano distinguere l’anno in 3 stagioni e, all’ inizio di una di esse, quella autunno invernale, c’era la festa del Samain dedicata ai morti e principalmente agli antenati. Toccò ai Benedettini di Cluny iniziare una iniziativa in forza della quale l’antica festa degli antenati divenne il giorno memoriale dei Santi e quindi dei morti, con tutto il corredo di preghiere e di suffragi. Ma nei Paesi nei quali, durante il ‘500, trionfò la Riforma, la ricorrenza sei Santi e dei morti fu ovviamente abolita. Con il risultato che la sua celebrazione tornò, nelle aree rurali del vecchio mondo celtico, ad un folklore dell’aldilà, privo di sacralizzazione ed esposto quindi ai rischi di cadere  nella superstizione e nella stregoneria. Gli Inglesi e gliScozzesi emigrati nel Nuovo Mondo ve lo radicarono. Poi “ la festa dei morti” di ancestrale tradizione celtica, perduta la sua giustificazione cristiana, si trasformò in una specie di celebrazione del convegno dei defunti con streghe e demoni ( dimenticando tra l’altro che Halloween vuol dire “ vigilia di Ognissanti”). Questo gusto, questa specie di tradizione pseudopagana, ateista e satanista, dall’ America è tornata ad invadere l’Europa sotto l’alibi della ingenua usanza di giochi e scherzi infantili: una specie di Epifania e di Carnevale fuori stagione. Ma non è così. E’ un’ usanza che cancella le care tradizioni di memoria e raccoglimento intorno al ricordo dei nostri cari che non sono più di questo mondo e mina alle radici il principio cristiano della Comunione dei Santi, vale a dire del rapporto e della solidarietà di tutti i fedeli in grazia di Dio, viventi o defunti che siano. Quello della festività di Ognissanti e della celebrazione dei defunti, è un territorio spirituale da riconquistare e da difendere dall’inquinamento di una pseudotradizione al tempo stesso consumistica ed anticattolica. Educatori e famiglie ( ma, a questo punto, anche e soprattutto il clero) debbono mobilitarsi contro questa diseducazione al buon gusto, questa profanazione del mistero della morte e della vita dopo la morte, che davvero rischia di tagliare le nostre radici profonde. Ed ora è l’insegnante, che nonostante tutto resta sempre in me, che parla. Nelle scuole, ed in particolare in quelle dell’ infanzia, i docenti si industriano e si agitano nel disegnare pipistrelli, fantasmi, zombi e streghe per il 31 ottobre. Io ho sempre sentito una vampa di stizza contro questa irresistibile seduzione, che, per noi Italiani, sembra esercitare tutto ciò che viene dall’estero. A scuola non si festeggia più il Natale … Perché?! Si sa; la scuola è laica e quando arriva la fine di Dicembre e iniziano le vacanze si dice ai bambini che arrivano Babbo Natale e la Befana, ma, per carità, mai alludere alla nascita di Gesù, imbarazza il  solo nominarlo.  Suona scandaloso questo nome a scuola, gli insegnanti quindi hanno imparato bene a camuffare il Natale quale “ festa della pace”, o “ della famiglia”, dei regali, di Babbo Natale o della neve; con altrettanta ipocrisia raccontano che Pasqua è la festa della primavera, delle farfalline, dei fiori colorati e delle coccinelle, rinnegando le nostre radici religiose, la nostra identità. A volte essere insegnanti “ democratici e rispettosi” delle diversità, fa sì’ che Natale, Pasqua, antiquate feste da bigotti, vadano taciute o tutt’al più “camuffate”. Ma Halloween… Halloween no!!!!!!!!!!!! Ma come resistere al fascino di una festa che fa sentire gli insegnanti tanto aperti alle novità, progrediti, originali, al passo con i tempi?! Insomma Chiesa e scuola hanno perso il loro ruolo, hanno rinunciato in nome del modernismo alla tradizione, Poveri bimbi!Che futuro vi aspetta?! Se sicuramente si ribella la mia anima italiana, che vede nella diversità il confronto e la comunicazione contro l’appiattimento e l’omogeneità, la mia anima che ama e va tanto fiera della sua cultura così densa di storia, profonda di valori, ricca di ogni genere d’ arte, ancor più si ribella la mia coscienza di cristiana: Halloween vive dell’ idea che i morti, la notte delle streghe, tornino nella terra alla ricerca dei corpi da abitare. E questo non è certo compatibile con la mia fede in Gesù Cristo! Concludo quindi con quanto affermava il Cardinal Martini qualche anno fa. In alternativa alla festa di Zombi e zucche, invitava piuttosto a non dimenticare la ricorrenza “onorando i defunti”. Quello dei defunti è un culto della nostra storia, è il momento in cui si apre la speranza per l’ eternità. Un momento in cui il Signore ci fa comprendere che la vita è più ampia di quella terrena. Perché continuiamo a sostituirlo con quello delle streghe?            

Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 22 di novembre 2012 - riproduzione riservata  (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)

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