Come potete leggere nelle
pagine di quest’edizione del nostro mensile, nel settembre dello scorso anno
scrivemmo due lettere alle Congregazioni vaticane per il Culto divino e la
disciplina dei Sacramenti e per la Dottrina della Fede. In queste due lettere
si esponeva il caso di uno nostro amico di 34 anni che vuole battezzarsi e al
quale tuttavia il clero ha imposto, come condizione preliminare, un cammino di
preparazione che va da 1 a 3 anni. Di qui, appunto, la decisione di scrivere al
Vaticano onde appurare, fra le altre cose, se vi fosse una via più breve per
farlo giungere al Battesimo. In buona sostanza – i dettagli li potete leggere
nel redazionale qui accanto – si chiedeva, in maniera assolutamente apolemica,
al Vaticano se non potessero essere sufficienti poche interrogazioni del
catecumeno dinanzi al sacerdote che, in tal modo, poteva appurare sia la
genuinità della volontà del
catecumeno di essere incorporato a Cristo e alla sua Santa Chiesa Cattolica sia
la sua conoscenza degli elementi di base della Dottrina della Fede. Una
richiesta, dunque, mi pare, assolutamente pacata, apolemica e buona poiché
indirizzata a far sì che il 34enne potesse giungere in breve termine alla
grazia sacramentale del Battesimo. Qualcuno, tuttavia, ha voluto – esso sì –
polemizzare e ha raccontato cretinate a più non posso, gettando fango sul
Circolo (cosa non carina), ma, ancor peggio, probabilmente riuscendo a
vanificare l’intento di aiutare questo giovane convertito. Io, francamente,
cosa di vi sia di cristiano in questo atteggiamento non lo capisco! Nella
fattispecie, è avvenuto questo: attesi più di 4 mesi dall’invio delle lettere
alle Congregazioni vaticane – dopo 2 mesi avevamo inviato un sollecito –
abbiamo deciso di scrivere una lettera aperta alle medesime Congregazioni – che
si può trovare sul nostro profilo Facebook – ancora una volta in forma cordiale
e assolutamente apolemica. Tale lettera è stata inviata, via mail, assieme agli
allegati che anche voi potete vedere alle pagine 6-10 di questo mensile, a
numerosi siti web affinché la pubblicassero, assieme agli allegati, appunto.
Nessuno, per ora, lo ha fatto. Il 34enne ha atteso tanto, può attendere ancora,
no?! In compenso, uno di questi siti ha, quantomeno, accusato ricevuta e datoci
una risposta, benché assurda. La seguente: «Il punto è che a me risulta che Ragionar Cattolico sia
un gruppo di sedevacantisti (la posizione teologica – non nostra, evidentemente
per chi ci segue senza approssimazione – di chi sostiene che la sede petrina
sia attualmente vacante e che quindi il Papa non sia vero Papa o Papa a pieno,
nda)».
Ecco dunque che c’è chi si diverte ad usare la macchina del fango, mentendo
peraltro spudoratamente e, ovviamente, nell’oscurità, cosicché i diretti
interessati-accusati non possano difendersi. Atteggiamento, ancora una volta,
cristianissimo. Non bastasse, c’è chi – come il tizio della risposta – dà a
queste voci credito incondizionato, non prendendosi nemmeno la briga di
verificarne la corrispondenza alla realtà. Basterebbe leggere il nostro Blog;
seguirci su Facebook; vedere il logo del nostro Circolo; dare un’occhiata alla
quarta di copertina del nostro mensile per capire subito che non trattasi di
sedevacantisti. Ma… sarebbe troppo umanamente corretto agire così; troppo
giornalisticamente corretto per chi gestisce un sito d’informazione; troppo
cristiano per chi è sempre più cristiano degli altri! Tutte cose che ho fatto
notare al diretto interessato. Che ha risposto, nel merito della questione del
Battesimo, che non ha tempo per leggersi la documentazione speditagli (alla fin
fine, in ballo è solamente un povero disgraziato senza Battesimo), salvo però,
evidentemente, aver tempo per stare a sentire chiacchiere da donzelle di
villaggio quali quelle ci descrivono sedevacantisti e dar loro credito
incondizionato in maniera assolutamente acritica. Dunque, il nostro “amico” ha
guardato l’etichetta (peraltro sbagliata, ma anche fosse stata giusta poco
cambiava) e tanto è bastato a bloccare il tutto; non ha letto la documentazione,
non è sceso nel merito della questione. A tanto siamo! Si giudica sulla base
dell’etichetta (peraltro nemmeno quella reale, ma quella ingiustamente
appiccicata addosso da altri, senza verificare un minimo) e non sulla base del
contenuto. Questa è quella gente che se sente il Diavolo dire: «2+2=4», gli dà
torto. Ma che la macchina del fango sia in moto – o, quantomeno, che ci sia un
modo di pensare un po’ distorto – lo dimostra anche un altro fatto. Un
sacerdote diocesano ha recentemente chiesto a Francesco Bernardini: «Siete voi
gli autori di quella polemica…?» Ecco! Uno pone delle domande; cerca di aiutare
uno che vuole battezzarsi, ma… fa polemica. Si reagisce così! Parola d’ordine:
conservazione dello status quo. Sempre e comunque. Chiunque pensa, solleva una
questione, non si mette i paraocchi… fa polemica. E’ questo il triste modo di
“ragionare” – volutamente fra virgolette – in voga oggi. Pensi?! Ti poni e poni
questioni?! Lesa maestà! Peraltro, la questione posta era assolutamente legittima.
E’ lo stesso canone 1229 del Catechismo della Chiesa Cattolica a parlare di un «itinerario (che) può essere percorso
rapidamente o lentamente». Ad ogni modo, come dicevo anche a Francesco Bernardini, c’è una questione fondamentale
da affrontare. Essa è sintetizzata nella lettera che avevamo scritto nel
settembre scorso alle Congregazioni vaticane e sembrerebbe essere anche
abbastanza problematica e spigolosa come questione, vista la non risposta.
Scrivevamo nella lettera: «Sarebbe giusto dogmatizzare – e dunque rendere vincolante
per tutti e per ciascuno, prescindendo dalle peculiarità del singolo – un eventuale Piano pastorale, ovvero far
assurgere al livello di un assoluto quello che sembrerebbe dover essere
semplicemente uno strumento operativo e non quasi un nuovo dogma?». Rendo
ancora più esplicito il concetto: l’atto del camminare è fine a sé stesso o è
finalizzato al raggiungimento di una meta?! In altre parole; si cammina per
camminare o per arrivare da qualche parte?! Può sembrare una formulazione
retorica e pretestuosa tanto da esser scontata la risposta, ma in realtà…
Retorico lo sono senz’altro, pretestuoso, no. Perché la “dogmatizzazione” dello
strumento operativo se tale è – se non è così le Congregazioni ce lo dicano! –
è, nel caso specifico, la “dogmatizzazione” del cammino, forse, talvolta, per
autocompiacimento del prete che si vede venire qualcuno “a lezione”. Io,
francamente, non capisco la logica! Non si può chiamare il giovane in questione
e chiedergli: «Cos’è la Trinità?»; «Cos’è l’Incarnazione»; «Chi è Dio?»; «Cos’è
l’Eucarestia?»; «Perché ti vuoi battezzare?»; «Cos’è il Battesimo?», etc?! Se
questi dà tutte le risposte corrette; se manifesta una sana volontà di
incorporazione a Cristo e alla sua Santa Chiesa Cattolica perché deve ripetere
un cammino che ha già fatto?! Giusto per camminare (fine a sé stesso)?! Se la
meta è già raggiunta… Ad ogni modo, posso anche sbagliarmi. Me lo si dica!
Francamente, ciò che non riesco a comprendere è la non risposta. Ecco, questa è
una cosa che non comprendo, mai. La lettera del Circolo conteneva assurdità?!
Non credo, onestamente, anche perché conteneva domande, essenzialmente, quindi…
Ad ogni modo – come non detto! – conteneva assurdità?! Le Congregazioni possono
benissimo dircelo (scrivercelo)! «Caro Circolo Ragionar cattolico, sbagli
perché… perché… perché…». In maniera argomentata, compiuta. Posso solo
augurarmi, dunque, che si tratti di semplicemente di un ritardo, che le
Congregazioni risponderanno. Il Circolo sbaglia nel voler cercare di abbreviare
l’iter al catecumeno?! Ce lo dicano (scrivano)! «Caro Circolo Ragionar
cattolico, sbagli perché… perché… perché…». Va benissimo! Hanno l’autorità per
farlo; possono strigliarci (benché in maniera argomentata, è chiaro!). Chi lo
nega! Proprio perché non siamo sedevacantisti la critica motivata, argomentata,
da parte dell’autorità la accettiamo. Il silenzio; il far finta che i problemi
non esistano; le etichette false appiccicate addosso; le mancate risposte,
francamente no.
Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 24 di gennaio 2013 - riproduzione riservata (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)