mercoledì 30 gennaio 2013

IL 34ENNE CHE SI VUOLE BATTEZZARE; LE STORIE INFINITE PER RIUSCIRCI E L’ODIOSA QUESTIONE DELLE ETICHETTE E DEI PREGIUDIZI

di Diego Vanni

Come potete leggere nelle pagine di quest’edizione del nostro mensile, nel settembre dello scorso anno scrivemmo due lettere alle Congregazioni vaticane per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti e per la Dottrina della Fede. In queste due lettere si esponeva il caso di uno nostro amico di 34 anni che vuole battezzarsi e al quale tuttavia il clero ha imposto, come condizione preliminare, un cammino di preparazione che va da 1 a 3 anni. Di qui, appunto, la decisione di scrivere al Vaticano onde appurare, fra le altre cose, se vi fosse una via più breve per farlo giungere al Battesimo. In buona sostanza – i dettagli li potete leggere nel redazionale qui accanto – si chiedeva, in maniera assolutamente apolemica, al Vaticano se non potessero essere sufficienti poche interrogazioni del catecumeno dinanzi al sacerdote che, in tal modo, poteva appurare sia la genuinità della volontà del catecumeno di essere incorporato a Cristo e alla sua Santa Chiesa Cattolica sia la sua conoscenza degli elementi di base della Dottrina della Fede. Una richiesta, dunque, mi pare, assolutamente pacata, apolemica e buona poiché indirizzata a far sì che il 34enne potesse giungere in breve termine alla grazia sacramentale del Battesimo. Qualcuno, tuttavia, ha voluto – esso sì – polemizzare e ha raccontato cretinate a più non posso, gettando fango sul Circolo (cosa non carina), ma, ancor peggio, probabilmente riuscendo a vanificare l’intento di aiutare questo giovane convertito. Io, francamente, cosa di vi sia di cristiano in questo atteggiamento non lo capisco! Nella fattispecie, è avvenuto questo: attesi più di 4 mesi dall’invio delle lettere alle Congregazioni vaticane – dopo 2 mesi avevamo inviato un sollecito – abbiamo deciso di scrivere una lettera aperta alle medesime Congregazioni – che si può trovare sul nostro profilo Facebook – ancora una volta in forma cordiale e assolutamente apolemica. Tale lettera è stata inviata, via mail, assieme agli allegati che anche voi potete vedere alle pagine 6-10 di questo mensile, a numerosi siti web affinché la pubblicassero, assieme agli allegati, appunto. Nessuno, per ora, lo ha fatto. Il 34enne ha atteso tanto, può attendere ancora, no?! In compenso, uno di questi siti ha, quantomeno, accusato ricevuta e datoci una risposta, benché assurda. La seguente: «Il punto è che a me risulta che Ragionar Cattolico sia un gruppo di sedevacantisti (la posizione teologica – non nostra, evidentemente per chi ci segue senza approssimazione – di chi sostiene che la sede petrina sia attualmente vacante e che quindi il Papa non sia vero Papa o Papa a pieno, nda)». Ecco dunque che c’è chi si diverte ad usare la macchina del fango, mentendo peraltro spudoratamente e, ovviamente, nell’oscurità, cosicché i diretti interessati-accusati non possano difendersi. Atteggiamento, ancora una volta, cristianissimo. Non bastasse, c’è chi – come il tizio della risposta – dà a queste voci credito incondizionato, non prendendosi nemmeno la briga di verificarne la corrispondenza alla realtà. Basterebbe leggere il nostro Blog; seguirci su Facebook; vedere il logo del nostro Circolo; dare un’occhiata alla quarta di copertina del nostro mensile per capire subito che non trattasi di sedevacantisti. Ma… sarebbe troppo umanamente corretto agire così; troppo giornalisticamente corretto per chi gestisce un sito d’informazione; troppo cristiano per chi è sempre più cristiano degli altri! Tutte cose che ho fatto notare al diretto interessato. Che ha risposto, nel merito della questione del Battesimo, che non ha tempo per leggersi la documentazione speditagli (alla fin fine, in ballo è solamente un povero disgraziato senza Battesimo), salvo però, evidentemente, aver tempo per stare a sentire chiacchiere da donzelle di villaggio quali quelle ci descrivono sedevacantisti e dar loro credito incondizionato in maniera assolutamente acritica. Dunque, il nostro “amico” ha guardato l’etichetta (peraltro sbagliata, ma anche fosse stata giusta poco cambiava) e tanto è bastato a bloccare il tutto; non ha letto la documentazione, non è sceso nel merito della questione. A tanto siamo! Si giudica sulla base dell’etichetta (peraltro nemmeno quella reale, ma quella ingiustamente appiccicata addosso da altri, senza verificare un minimo) e non sulla base del contenuto. Questa è quella gente che se sente il Diavolo dire: «2+2=4», gli dà torto. Ma che la macchina del fango sia in moto – o, quantomeno, che ci sia un modo di pensare un po’ distorto – lo dimostra anche un altro fatto. Un sacerdote diocesano ha recentemente chiesto a Francesco Bernardini: «Siete voi gli autori di quella polemica…?» Ecco! Uno pone delle domande; cerca di aiutare uno che vuole battezzarsi, ma… fa polemica. Si reagisce così! Parola d’ordine: conservazione dello status quo. Sempre e comunque. Chiunque pensa, solleva una questione, non si mette i paraocchi… fa polemica. E’ questo il triste modo di “ragionare” – volutamente fra virgolette – in voga oggi. Pensi?! Ti poni e poni questioni?! Lesa maestà! Peraltro, la questione posta era assolutamente legittima. E’ lo stesso canone 1229 del Catechismo della Chiesa Cattolica a  parlare di un «itinerario (che) può essere percorso rapidamente o lentamente». Ad ogni modo, come dicevo anche a Francesco Bernardini, c’è una questione fondamentale da affrontare. Essa è sintetizzata nella lettera che avevamo scritto nel settembre scorso alle Congregazioni vaticane e sembrerebbe essere anche abbastanza problematica e spigolosa come questione, vista la non risposta. Scrivevamo nella lettera: «Sarebbe giusto dogmatizzare – e dunque rendere vincolante per tutti e per ciascuno, prescindendo dalle peculiarità del singolo – un  eventuale Piano pastorale, ovvero far assurgere al livello di un assoluto quello che sembrerebbe dover essere semplicemente uno strumento operativo e non quasi un nuovo dogma?». Rendo ancora più esplicito il concetto: l’atto del camminare è fine a sé stesso o è finalizzato al raggiungimento di una meta?! In altre parole; si cammina per camminare o per arrivare da qualche parte?! Può sembrare una formulazione retorica e pretestuosa tanto da esser scontata la risposta, ma in realtà… Retorico lo sono senz’altro, pretestuoso, no. Perché la “dogmatizzazione” dello strumento operativo se tale è – se non è così le Congregazioni ce lo dicano! – è, nel caso specifico, la “dogmatizzazione” del cammino, forse, talvolta, per autocompiacimento del prete che si vede venire qualcuno “a lezione”. Io, francamente, non capisco la logica! Non si può chiamare il giovane in questione e chiedergli: «Cos’è la Trinità?»; «Cos’è l’Incarnazione»; «Chi è Dio?»; «Cos’è l’Eucarestia?»; «Perché ti vuoi battezzare?»; «Cos’è il Battesimo?», etc?! Se questi dà tutte le risposte corrette; se manifesta una sana volontà di incorporazione a Cristo e alla sua Santa Chiesa Cattolica perché deve ripetere un cammino che ha già fatto?! Giusto per camminare (fine a sé stesso)?! Se la meta è già raggiunta… Ad ogni modo, posso anche sbagliarmi. Me lo si dica! Francamente, ciò che non riesco a comprendere è la non risposta. Ecco, questa è una cosa che non comprendo, mai. La lettera del Circolo conteneva assurdità?! Non credo, onestamente, anche perché conteneva domande, essenzialmente, quindi… Ad ogni modo – come non detto! – conteneva assurdità?! Le Congregazioni possono benissimo dircelo (scrivercelo)! «Caro Circolo Ragionar cattolico, sbagli perché… perché… perché…». In maniera argomentata, compiuta. Posso solo augurarmi, dunque, che si tratti di semplicemente di un ritardo, che le Congregazioni risponderanno. Il Circolo sbaglia nel voler cercare di abbreviare l’iter al catecumeno?! Ce lo dicano (scrivano)! «Caro Circolo Ragionar cattolico, sbagli perché… perché… perché…». Va benissimo! Hanno l’autorità per farlo; possono strigliarci (benché in maniera argomentata, è chiaro!). Chi lo nega! Proprio perché non siamo sedevacantisti la critica motivata, argomentata, da parte dell’autorità la accettiamo. Il silenzio; il far finta che i problemi non esistano; le etichette false appiccicate addosso; le mancate risposte, francamente no.

Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 24 di gennaio 2013 - riproduzione riservata  (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)

Nessun commento:

Posta un commento