Ciascuno
di noi, credo, dovrebbe fare, almeno di tanto in tanto, una sorta di “prova del
nove” per verificare se si trova sulla retta via oppure su una via che retta
non è. Questo, è un discorso a carattere generale che vale per tutti e per
ciascuno. Penso, per fare prima un esempio di carattere mondano, a quei
politici che sono stati ampiamente applauditi dallo schieramento loro avverso.
Non era il caso che si ponessero qualche domanda?! Non era il caso che si
chiedessero: «Per quale ragione mi applaude chi dovrebbe, invece,
combattermi?!» Invece no; inebetiti da quelle lusinghe, in preda all’estasi
ebete derivante da quell’applauso, hanno continuato, imperterriti, sulla loro
via, non ponendosi questa (ovvia) domanda. Risultato: catastrofe elettorale.
Problema loro, problema del mondo (la catastrofe elettorale). Ciò che a noi,
invece, interessa – ma la logica di fondo è la stessa – è capire quale sia la “prova
del nove” nel nostro ambito, in ambito cattolico. Ebbene, è la stessa. Vale
a dire; quando il mondo – appunto: “il mondo”, l’avversario, il contrapposto,
quello che ci deve odiare per definizione
(vedi Gv. 17, 14) – ci applaude, quando il mondo applaude noi cristiani, a
qualunque livello (laici insignificanti come me; preti; vescovi, etc…), ebbene,
questa è la “prova del nove” che non siamo sulla retta via. Infatti: «se
trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?» (Lc 23, 31). Il
legno verde è Gesù e come l’hanno trattato?! Lo hanno percosso, gli hanno
sputato addosso, lo hanno deriso, insultato, torturato e fatto morire sulla
croce. Il legno secco, invece, siamo noi. Dunque – è retorico il Vangelo – «se
trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?». Molto peggio! A
rigor di logica! Infatti, poco prima, nello stesso Vangelo di San Luca, Gesù si
rivolge alle donne di Gerusalemme con queste parole: «Figlie di Gerusalemme, non piangete
su di Me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si
dirà: “Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non
hanno allattato”» (Lc 23, 28-30). Accade a noi cattolici questo?! Veniamo
trattati peggio del «legno verde»?! O, quantomeno, al livello del «legno
verde»?! Oppure veniamo incensati, lodati, ricoperti di lusinghe per quanto
siamo diventati moderni, per quanto siamo buoni - «Se voi dunque che
siete cattivi…» (Mt 7,11), tanto per
intenderci – tolleranti, altruisti, etc…?! Beh, se è così, è la “prova del
nove” che la via non è quella giusta. E’ la riprova che siamo del mondo – ecco
perché ci applaude – e non di Dio; è la riprova che non siamo (nemmeno) legno
secco! Ragionare secondo Dio o ragionare secondo il mondo. Delle due l’una,
tertium non datur! Il Vangelo è categorico, Cristo è categorico! «Io sono la
via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me». (Gv
14, 6). E ancora: «Chi non è con Me è contro di Me; e chi non raccoglie con Me,
disperde» (Mt 12, 30). E questa logica vale veramente per tutti; dall’ultimo
dei cristiani (io) fino al Papa. Non dimentichiamoci che San Pietro Apostolo è
stato il primo Papa della Storia della Chiesa, l’uomo del: «Tu sei Pietro, e su
questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte degli Inferi non prevarranno
contro di Essa» (Mt 16, 18); l’uomo della più grande (ed essenziale al
contempo) affermazione di teologia cristologica della storia: «Tu sei il
Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mc 8, 29), ma anche l’uomo al quale sono
rivolte queste terribili parole: «Vattene via da me, Satana! Tu non hai il
senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini» (Mc 8,33). Eh sì! Perché
il rischio di non avere hai il senso delle cose di Dio, ma quello delle cose
degli uomini è sempre presente, in ciascuno di noi; dal Vicario di Cristo in
terra all’ultimo dei cattolici. Quante volte, nella Chiesa, si antepone la
propria politica ecclesiale (ritenuta acuta, sottile, proficua), alla sua
Divina Volontà! Ma non porta a niente perché «chi non è con Me è contro di Me;
e chi non raccoglie con Me, disperde» (Mt 12, 30)! Quante volte, nella Chiesa, non
si ha il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini! Ma si vieni
rimproverati (si sia il Papa, un vescovo, o dei semplici laici): «Vattene via
da me, Satana! Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli
uomini» (Mc 8,33). Qualcuno – il partito
del colletto bianco a prescindere, quelli che se vedessero il Diavolo in talare
si prostrerebbero ai suoi piedi – obietterà: «Ma così, in ultima istanza,
potresti anche finire per criticare anche il Papa!». Rispondo: «Voi, invece, così,
finite per screditare Cristo!». Eh sì: lo dicevo prima: il primo Papa, l’uomo
del: «Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte
degli Inferi non prevarranno contro di Essa» (Mt 16, 18); l’uomo della più
grande affermazione cristologica della storia: «Tu sei il Cristo, il Figlio del
Dio vivente» (Mc 8, 29), è anche l’uomo al quale sono rivolte queste terribili
parole: «Vattene via da me, Satana! Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma
delle cose degli uomini» (Mc 8,33). Nessuno è immune da questo errore; è la stessa
Scrittura ispirata, la stessa Parola di Dio a dircelo (implicitamente, visto
che lo stesso Pietro è stato rimproverato in tal senso). Se poi qualcuno ne sa
più della Scrittura… E’ così! Tutto sta, quando si ode l’applauso mondano, nel
rendersi conto di essere sulla strada sbagliata e nel cambiare rotta.
Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 28 di maggio 2013 - riproduzione riservata (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)