giovedì 2 maggio 2013

IL VIVERE NEL BENESSERE FA CADERE NELLE TRAPPOLE DEL MALE

di Andrea Raffaele

Siamo abituati a concepire il male come un qualcosa che abbia origine per forza da una sorgente negativa. Purtroppo, analizzando certi aspetti della vita condotta dalla maggior parte delle persone, ci si rende conto che non è così.  Tutto ciò è determinato dal troppo benessere nel quale molti individui sono abituati a vivere, governati dalle leggi della società attuale, che fa del consumismo l’ unica sua ragione di vita. Ma è proprio dietro questa esasperata voglia di benessere che si nascondono le insidie più terribili. È interessante infatti vedere come questa sete di ricchezza materiale e, più in generale, di benessere a 360 gradi, porti molti individui a cadere tra le grinfie del male. Ma perché accade questo? Qual è il nesso che unisce questi due elementi apparentemente distanti anni luce? La risposta nasce da un ragionamento all’ apparenza molto contorto, ma che in realtà è molto più banale di quello che sembra. Le persone che hanno sempre avuto tutto dalla vita, sia in termini materiali che in termini di serenità, sono inclini al male perché fondamentalmente non lo hanno mai conosciuto. Al contrario gli  individui che hanno avuto una vita più difficile e sono stati abituati a vivere in condizioni più modeste, ne sono esenti, proprio perché hanno avuto a che fare in prima persona con esso. Utilizzando una metafora medica è come se, la seconda categoria di persone, avendo avuto a che fare spesso con questo tipo di infezione (Il male), avesse sviluppato un sorta di antibatterico che la rende immune da esso. Mentre la prima categoria di persone , avendo vissuto in un contesto più “salubre” non è preparata a difendersi adeguatamente. Esiste anche una terza categoria di persone che forse è ancor peggio della prima: essa è composta da persone che pur essendo inizialmente inquadrate nella seconda categoria tentano forzatamente di entrare nella prima. Come fanno a fare ciò? La risposta è molto semplice: cercano di vivere secondo le regole del conformismo, indossando, tra virgolette, una maschera per la società, divenendo talvolta grotteschi e patetici e ottenendo tutto il contrario di ciò che vogliono ottenere. Questa descrizione ci permette di capire varie dinamiche del mondo ed il perché esso sia giunto in uno stato di grande crisi. E’ tutta colpa del welfare state, che ci porta ad avere una visone distorta del mondo, ma soprattutto, ci fa perdere di vista i veri valori, le cose realmente importanti, che ad oggi sono concepite come superflue, come l’affetto, la lealtà, l’umiltà, il rispetto per la dignità altrui e la compassione. Questo accade perché il “bengodi” non fa altro che incentivare il menefreghismo, l’esasperata passione per i beni materiali, il volersi creare uno status symbol che permetta di mettersi alla pari con la “fetta di società che conta”e nettamente al di sopra di quelli che vengono considerati reietti da quest’ultima. Questi ragionamenti sono stati elaborati da una persona non credente, ma, probabilmente, hanno un’ampia affinità con il modo di ragionare cattolico, quindi, col ragionar cattolico

Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 28 di maggio 2013 - riproduzione riservata  (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)


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