giovedì 28 febbraio 2013

UN DOVEROSO COMMENTO ALL'EVENTO DELLE DIMISSIONI DEL PAPA

di Francesco Bernardini

Non potevo, di fronte all’evento delle dimissioni del Sommo Pontefice, non scrivere qualcosa sull’evento stesso. Preferisco non cimentarmi nel difficile compito di esporre le mie idee e preferisco affidarmi alle idee che il Padre Giovanni Cavalcoli (teologo di fama internazionale) ha riportate in un articolo apparso su “Riscossa Cristiana”.

Padre Cavalcoli comincia con lo spiegare la situazione del rapporto tra il Papa e la Gerarchia (Vescovi e Cardinali) come si è evoluto : Gli studiosi di storia della Chiesa hanno notato come dai tempi dell’immediato postconcilio,ossia del pontificato di Paolo VI, il papato abbia cominciato a indebolire la sua autorità neiconfronti dell’episcopato e ciò con tutta probabilità a causa di alcuni difetti insiti nelle direttive pastorali del Concilio, concernenti il rapporto del Papa con in vescovi. Mi riferisco soprattutto alla figura di vescovo che emerge dai decreti conciliari sull’argomento, alla dottrina della collegialità episcopale e della Chiesa locale, dalla quale sono sorte poi le conferenze episcopali nazionali e l’istituto del sinodo mondiale dei vescovi. 

E come è attualmente configurato : […] da cinquant’anni a questa parte ha cominciato a sorgere con uno spaventoso crescendo una crisi di fede o ribellione o disobbedienza a Roma nell’ambito della fede a tutti i livelli e in tutti gli ambienti della compagine ecclesiale: fedeli, sacerdoti, religiosi, teologi e moralisti, non esclusi membri dello stesso episcopato e del collegio cardinalizio, senza che Roma sia stata in grado di opporre una valida difesa e di correggere efficacemente i devianti, i quali viceversa, vedendo il successo ottenuto e l’assenza di ostacoli opposti dall’autorità, sono diventati sempre più arroganti e prepotenti, acquistandosi nella Chiesa con l’inganno, l’adulazione e l’astuzia, molti posti di potere, persino negli stessi ambienti romani, da dove adesso hanno la possibilità di contrastare maggiormente il Magistero del Papa e soffocare quelle poche voci rimaste fedeli al detto Magistero, sostenendo o tollerando invece eretici e ribelli sempre più spavaldi e sicuri di se stessi. […] (Il neomodernismo)  ha fatto capolino con temeraria audacia sin dall’immediato postconcilio ed approfittando appunto del mancato intervento dei vescovi, alcuni dei quali conniventi a tanto scempio, col pretesto ingannevole di realizzare quel Concilio che essi invece falsificavano, si è talmente rafforzato da metter oggi il Sommo Pontefice nelle tristissime e drammatiche condizioni, quasi inaudite, di non sentirsi più in grado di governare la Chiesa. Da qui le dimissioni. E poi continua l’analisi dei problemi più recenti su cui non si è mai fatta vera luce : […] Ma il fatto è che la situazione sta precipitando per eventi gravissimi ed inauditi accaduti proprio in questi ultimi anni e tempi recentissimi: basti pensare allo scandalo della pedofilia coperto da vescovi, alcuni dei quali addirittura implicati, l’inaudito e sacrilego tradimento perpetrato all’interno della stessa Segreteria di Stato dove i mandanti sono riusciti per ora a celarsi dietro il povero Paolo Gabriele, la resistenza episcopale scandalosa al decreto pontificio di liberalizzazione della Messa Tridentina (Non a caso nella maggioranza delle diocesi c’è una accanita opposizione dei vescovi alla piena attualizzazione del Motu Proprio sulla Messa Tridentina).

Padre Cavalcoli passa poi a descrivere quello che dovrebbe essere la figura del Papa ed i problemi che la figura del Papa ormai si porta dietro da 50 anni: […] il munus del Papa è duplice: l’insegnamento – munusdottrinale - e una forza a sua disposizione, - munus pastorale - che dovrebbero essere la Curia romana e l’episcopato, incaricati di farlo rispettare. Ora invece, a partire da Paolo VI con impressionante progresso sino ad oggi, questa forza è quasi del tutto venuta a mancare. Che cosa resta al Papa? La voce di Cristo,quasi vox clamantis in deserto, che può certo consigliare, esortare, scongiurare, ma può anche, come ha fatto Cristo, comandare e minacciare, s’intende sempre per il bene della Chiesa. Questo è quindi quel “bene della Chiesa”, al quale secondo me il Papa si riferisce nella sua dichiarazione di dimissioni.

Ed insieme al Papa è anche tutta la Chiesa che sta soffrendo : La Chiesa si trova oggi in una situazione angosciosa che mai finora le era capitata. Essa, come già ebbe a dire Paolo VI , che parlò di un processo di “autodemolizione”, si sta distruggendo dall’interno. Tanti termini del linguaggio cattolico sono rimasti, ma con un significato anticattolico. Lo stesso termine “cattolico” non si capisce più che cosa significhi. Ma i modernisti, che Chiesa vogliono? E’ in fondo molto semplice: vogliono trasformare la Chiesa in un’associazione semplicemente umana sulla quale poter comandare secondo le loro idee modernistiche.

Alla fine Padre Cavalcoli esprime degli auguri a cui ci associamo con tutto il cuore ed alla cui realizzazione dedicheremo le nostre preghiere: […] Penso che il nuovo Papa sarà pieno di energia e al contempo pronto a soffrire e ad accettare di non essere obbedito, ma alzerà la voce con tono terribile, sull’esempio di Cristo che minaccia farisei e dottori della legge. Occorre infatti, a mio avviso, che il papato riacquisti il suo prestigio e la sua autorevolezza dottrinale, anche se non dispone delle forze necessarie per far applicare gli insegnamenti dottrinali e morali. Quanto a Ratzinger sono convinto che il suo gesto di abilissima “ritirata strategica”, gli consentirà di mettere a frutto le sue straordinarie doti di cultura e di saggezza per aiutare il nuovo Papa e la Chiesa a risorgere e a camminare sulle vie del Signore. […]

Spero di interpretare anche i vostri desideri e ringrazio  Padre Cavalcoli per questo bell’articolo che ci aiuta a capire la situazione attuale della Chiesa Cattolica e, capendo, ci fa essere più responsabili e pronti, con la preghiera e con le opere, a portare il nostro piccolissimo contributo nell’opera di ristabilimento della Fede Cattolica anche all’interno della Chiesa.

Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 25 di febbraio 2013 - riproduzione riservata  (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)


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