di
Diego Vanni
Una
delle cose che noto con maggiore preoccupazione quando mi soffermo a pensare
sull’attualità della vita della Chiesa è che buonissima parte del clero odierno
tende a dare un’immagine di sé e della Chiesa tale per cui si possa
riscontrare, in chi vede quest’immagine – e cioè nel mondo – compiacimento,
apprezzamento, etc… Insomma, una parte considerevole del clero tende a dare
un’immagine di sé tale per cui le persone possano esclamare: «Che bravi, che
buoni!». Quanto ha di evangelico questo atteggiamento?!
Se,
infatti, apriamo il Vangelo, possiamo leggere frasi che sembrano discostanti,
per non dire antitetiche, a questo atteggiamento. Partiamo col Vangelo di Luca.
Al capitolo 11, l’evangelista riferisce di cosa dice Gesù ai suoi discepoli: «Se dunque voi, che siete cattivi […]» (Lc
11, 13). Dunque… noi siamo cattivi, non buoni. Tornando indietro, poi, di 5
capitoli, possiamo leggere un’altra frase, in tal senso, tratta dalle ben note
beatitudini: «Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno
al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a
causa del Figlio dell'uomo» (Lc 6, 22) - Matteo scrive: «Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia» (Mt 5, 11). Non saremo, dunque, beati quando ci diranno: «Ma come siete
bravi; ma come siete buoni; come siete moderni!», ma, bensì, quando ci
odieranno, ci scacceranno, ci insulteranno e diranno ogni sorta di male contro
di noi, per causa sua. Caspita! Parole forti! Odiare; scacciare; insultare!
Eppure… Infine, c’è l’episodio che segue la presa in carico della croce da
parte di Simone il Cireneo. Le donne – lo ricorderete – si battevano il petto
alla vista di Gesù agonizzante. Il quale Gesù, tuttavia, le esorta a non
piangere su di lui, ma su loro stesse e sui loro figli perché «se
trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?» (Lc 23, 31). Se dunque hanno trattato così lui (il legno
verde), se lo hanno trattato a sputi, insulti, percosse, torture varie ed,
infine, la condanna a morte, come dovrebbero trattare noi (il legno secco)?!
Come si può ben vedere, sono numerosi i passi
della Scrittura nei quali si evidenzia come noi siamo cattivi e destinati ad un
trattamento pessimo. Ciò nonostante, vuoi per quieto vivere, vuoi per smania
caratteristica del mondo moderno, è tutto, da parte del clero – anche ad alti
livelli – un voler esaltare quanto siamo buoni, quanto siamo bravi, quanto
siamo persone perbene (nulla di più farisaico!). Tutto diviene una
mega-operazione pubblicitaria di rilancio dell’Istituzione-Chiesa. E se questo
va a discapito della logica evangelica di cui prima… si dia pace il Vangelo e
tutto il suo sistema.
Tutto sembra destinato ai media. In parrocchie,
diocesi, etc… Sembra quasi che non valga più l’iniziativa in sé cui si dà
luogo, ma il suo risvolto mediatico; quanto i media la pubblicizzano, quanto
risalto ne danno. Allo scopo, appunto, che i lettori, videospettatori,
radioascoltatori che siano, possano esclamare: «Che bravi, che buoni!». Alcune
cose specificatamente, poi, in maniera palese, hanno questo scopo evidente di
operazione di marketing (ometto di dire quali e chi sono i protagonisti per
evitare una mancanza di carità) perché è chiaro come il sole che non hanno
nulla a che fare con l’esercizio del ministero, con la fede, con la dottrina.
Se, dunque, tutto questo sia cristiano, giudicatelo voi stessi. A me,
francamente, non sembra l’esercizio di un sano ragionar cattolico.
Voglio
concludere con una provocazione: a me sta anche bene il rilancio mediatico, la campagna adesioni, al fine di far sì che più persone si avvicinino alla
Chiesa. Ma deve esser fatta in maniera cattolica, in seguito ad un sano ragionar cattolico. E, dunque, secondo
la logica di Tertulliano, secondo cui «il sangue dei martiri è seme di nuovi
cristiani», non altre cretinate mediatiche.
Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 31 di settembre 2013 - riproduzione riservata (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)
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