di
Diego Vanni
Quello
che mi appresto a raccontare è un episodio spiacevole, che non fa bene a
nessuno, e che, soprattutto, non depone a favore della coerenza del
protagonista dell’episodio stesso. Luglio scorso. Pubblico, sulla bacheca
Facebook del Circolo Ragionar Cattolico, il video dei vescovi che, alla GMG, ballano,
provano il flash mob per la Messa di chiusura della GMG di Rio de Janeiro,
appunto. Nel postare il video, avevo aggiunto il seguente commento: «Quando si abituano i giovani a cose di questo genere
come si può, poi, pensare di parlar loro di vita monastica, contemplativa, di
silenzio, di meditazione, di penitenza, di mortificazione e anche del Demonio
(la cui salutare paura viene così esorcizzata)?! La fine della Chiesa – affermazione da non prendere alla lettera perché
pericolosa, ma ci siamo intesi – l’avranno voluta loro stessi».
Non
avevo, dunque, accusato nessuno di eresia, di scisma, di consacrazione
episcopale illecita o quant’altro. Mi ero semplicemente domandato – anche se un
po’ retorico, per la verità – se certe pratiche fossero utili ad indirizzare i
giovani alla vita monastica, contemplativa, di
silenzio, di meditazione; se fossero utili ad incanalare i giovani alle
pratiche di penitenza e di mortificazione; se non esorcizzassero anche la
salutare paura del Demonio. Punto. Domande…
Le risposte – ossia i commenti – sono stati diversi. C’è chi
ha commentato: «Cialtroni!!!» e chi ha scritto: «A
me non sono dispiaciuti; il cristiano deve cercare la contemplazione e il
silenzio ma deve essere anche una persona gioiosa perché Cristo è gioia!». Un
commento, quest’ultimo, decisamente più equilibrato (e dunque apprezzabile) dei
commenti di cui mi appresto a riferire, anche se sul concetto di gioia si potrebbe discutere più
approfonditamente – qualcuno, nei commenti, lo ha fatto (e ne riferirò).
Non tutti i commenti, tuttavia, sono stati di questo
tenore, come accennato. Una donna scrive:
«Manifestazione di gioia = fine della Chiesa???? Ovvia, facciamola
finita! Saranno queste posizioni polemiche, pessimiste e di critica continua la
fine della Chiesa? No nemmeno queste, per fortuna!!». E fin qui… vabbè! Così,
commento a mia volta, citando un libro di statistiche ecclesiali terrificanti,
come a dire «fine della Chiesa» no, ma situazione grave, sì. Così, la maestrina
mi dà lezioni di italiano: «Punto e a capo. Questo è un altro discorso. Non c’entra
niente con una manifestazione di gioia. Parliamo italiano. Frasi principali e
subordinate. Non frasi messe a caso una dopo l’altra». Bah! Replico scrivendo:
«E' un altro discorso?! E' a forza di legittimare tutto che siamo arrivati a
questo» e taggo due amici (personali e del Circolo) nella discussione, affinché
possano dire la loro. A questo punto, la donna in questione si mette ad urlare:
«Peeeee perepeeee arrivano i rinforziiiiiiiii! Io vi saluto» ed elimina il
Circolo dai propri amici Facebook.
L’amico taggato interviene magistralmente: «Manifestazioni
di "gioia" esasperata come queste, oltre ad essere strizzate d’occhio
pericolosissime al protestantesimo (si pensi al gospel), non solo a lungo (me neanche
troppo lungo) termine portano alle conseguenze che Diego giustamente elencava,
ma – aggiungo – anche alla totale
assenza di sacrificio e dolore. Nel Cristianesimo non c’è sacrificio senza
ricompensa Divina, non c’è dolore senza gioia (la Passione e la Resurrezione
non sono un esempio palesemente esplicativo di ciò?)»
Così,
pure, anche l’amico Nicolas Fulvi, del Circolo marchigiano Cattolici per la Tradizione, col quale il nostro Circolo è
felicemente gemellato: «E' vero... la gioia non è cattiva. Anzi. Il problema è
un altro. Quei Vescovi rappresentano la Chiesa di Cristo. Che immagine ne danno
al mondo? Il mondo cosa pensa sia la Chiesa vedendo questo "flash
mob"? I giovani cosa percepiscono? Che in Chiesa ci si
diverte! Che alle GMG ci si diverte! Tutto qua! Provate a parlare con la gente
comune e con i giovani (soprattutto quelli che frequentano le
parrocchie)...indagate un po’ sulla loro fede. Indagate a cosa credono. Vedrete
cosa troverete. Al massimo una fede sentimentalista, relativistica, personale. Gente
che non sa cosa sia la Messa. Che va in chiesa la domenica perché “è il giorno
del Signore”. Che giudica un sacerdote come buono perché “sa stare con i
giovani”, perché organizza tornei di calcetto, perché li porta in chiesa. Si,
benissimo. Ma poi? Questi giovani sanno perché vanno in chiesa? Vi rispondo io:
MOLTI no! E allora? Questa gioia cosa esprime? Nulla. E’ una gioia che piace al
mondo. E’ una gioia che seduce il mondo. Ma Nostro Signore è venuto a portare
la spada, la divisione, lo scandalo. Ha detto che saremmo perseguitati e
derisi. Io oggi vedo una grande ovazione del mondo intero per questo Papa e per
“questa Chiesa”. E ciò mi preoccupa. Ma mi preoccupano di più i cattolici che
non se ne rendono conto e che sono contenti perché i Vescovi finalmente fanno i
"flah mob". Forse sono io che non capisco. Ma si loda in questo Papa
tutto ciò da cui il mondo fugge: povertà, essere ultimi,semplicità, umiltà. Non
vi sembra un tantino strano e ipocrita?».
Come chiaro dal titolo di questo articolo, tuttavia, il
dato che a me interessa, in questa sede, sottolineare è un altro. E’ il fatto
che chi si riempie la bocca della parola “dialogo” è spesso, se non sempre, il
primo a non voler dialogare, se non con chi la pensa come lui/lei, sai che
difficoltà!
Io trovo questo dato inquietante! Ma non inquietante dal
punto di vista religioso – io infatti credo nella religione di Gesù Cristo, non
nella religione del dialogo! – bensì
dal punto di vista umano. Ma come si fa a rimuovere una persona (o un Circolo
che sia) dai propri amici semplicemente perché ha detto la sua, peraltro con
pacatezza, educazione e rispetto?! Infatti, nella conversazione con la signora,
come ciascuno di voi può constatare, non c’era nessuna offesa (né a lei, né a
nessuno). Se qualcosa di spiacevole c’era, quel qualcosa era la sua supponenza
(«Parliamo italiano. Frasi principali e subordinate. Non frasi messe a caso una
dopo l’altra»), peraltro immotivata perché non c’era nessun errore in ciò che
avevo scritto ed il tono urlato («Peeeee perepeeee arrivano i rinforziiiiiiiii!
Io vi saluto»). Da parte del Circolo, nessuna scorrettezza, nessuna offesa,
nessuna mancanza di rispetto.
Perché, dunque, rimuoverci dagli amici?! Peraltro, giova
ripeterlo, il post della discordia consisteva in una domanda – un tantino
retorica, ma pur sempre una domanda – alla quale ciascuno (come la signora ha
fatto, del resto) poteva dare la risposta che vuole. Evidentemente, tutto ciò
che sconfina dal normale comune sentire,
dall’ultima moda, dall’ à la page –
non parliamo poi, per carità del Cielo, della verità – è percepito come
altamente irritante e legittimante anche di atteggiamenti di una bassezza umana
incredibile.
Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 31 di settembre 2013 - riproduzione riservata (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)
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