Sull’onda della vicenda ancora in corso che
riguarda l’Apostolato dell’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote nella chiesa dei Santi Nomi di Gesù e Maria
in via del Corso a Roma e delle conseguenti celebrazioni delle Messe in rito
Antico, mi accingo a scrivere alcune riflessioni che sicuramente saranno
contestate dai buon pensanti. Ritengo non sia buona politica nascondersi i
problemi gravissimi che affliggono la Chiesa Cattolica e nascondersi la
malattia che affligge il Corpo Mistico di Cristo. Quello a cui come fedeli
siamo chiamati è l’analisi spietata delle situazioni, la loro denuncia e le
conseguenti azioni e preghiere perché le autorità preposte al governo della
Chiesa, in primis il Sommo Pontefice, intervengano per porre fine alle
estenuanti lotte che, all’interno della Chiesa, si vivono con sempre maggiore
asprezza e mancanza di amore fraterno. Paragonerei la Chiesa Cattolica ad una
tela ben tessuta ma sulla quale ormai si esercitano forze contrastanti che
tendono a sfilacciare la tela stessa per distruggerla dall’interno. Qualche
volta mi chiedo con tremore se, per salvare la tela, non convenga operare un
taglio netto, in modo che le forze centrifughe non si scarichino più sulle
fibre, ma ognuna di esse prenda la propria strada, parole che suonano tremende
ma sulle quali occorre ragionare. L’elenco delle forze in gioco e dei problemi
che creano è praticamente infinito ma vorrei elencarne alcune e solo le più
evidenti che. forse, Dio non voglia, non sono nemmeno le più distruggitrici.
Riguardo alla celebrazione della Messa in Rito Antico (Messa in latino) che
pure è stata permessa dal Santo Padre nel 2007 con il Motu Proprio “Summorum
Pontificum” viviamo in una situazione in cui ci sono vescovi, pochi per la
verità, che hanno fatto proprio il desiderio del Sommo Pontefice; ci sono
vescovi, una buona parte, che sopportano a malincuore la presenza del Rito
Antico delle loro diocesi ma che non applicano in pieno il desiderio del Papa,
ci sono infine vescovi, la maggioranza, che fanno di tutto, dall’intimidazione
dei fedeli e dei sacerdoti , all’aperto rifiuto e alla censura del fatto che
esiste per i fedeli questa possibilità, perché il Rito Antico non venga
celebrato nel territorio che ormai considerano loro proprietà esclusiva.
Gravissima è anche la situazione dal punto di vista della Fede, ci sono fedeli
che hanno istituito Adorazioni Eucaristiche Perpetue e sacerdoti e vescovi che
mettono in dubbio la presenza reale di Gesù nell’Eucarestia. C’è chi si affida
al Cuore Immacolato di Maria e chi ne mette in dubbio la Verginità, c’è che
considera la Chiesa Sacramento di Salvezza e chi invece, come ente votato alla
beneficenza e alla organizzazione del tempo libero dei fedeli. C’è chi crede
nel demonio e chi si fa beffa di chi ci crede; c’è chi crede, come diceva Giovanni
Paolo II, che l’aborto sia un “abominevole delitto” e chi invece lo considera
un diritto delle donne. Ci sono sacerdoti che vanno in giro in “talare” e
sacerdoti che sono del tutto irriconoscibili, forse perché si vergognano del
loro sacerdozio. Ci sono liturgie con canti in gregoriano e comunque con musica
sacra e liturgie in cui si canta di tutto e di più. L’elenco delle forze
completamente e totalmente opposte che operano nello stesso Corpo potrebbe
continuare all’infinito. E’ scritto nel Vangelo che un regno diviso in se
stesso non può reggersi, ma evidentemente nessuno se ne rende conto. Ed infatti
è completamente sparito sia fra i laici che tra i sacerdoti lo spirito
missionario sostituito dal volontarismo e dal filantropismo, si è perso nelle
chiacchere inutili l’impegno a lavorare per la conversione dei non credenti ed
anzi ci si scaglia, all’interno della Chiesa, contro chi vuole ancora
convertire il prossimo, come se portare qualcuno alla vera Fede fosse una
colpa, come se far conoscere Gesù fosse una ferita inferta ad un nemico. Una
organizzazione, associazione o gruppo di persone il cui primo impegno non sia
quello di proporre ad altri “il farne parte” è ovviamente portata
all’autodistruzione; da questo ovvio ragionamento non è esclusa nemmeno la
Chiesa Cattolica, ma per far sì che la proposta sia credibile occorre che sia
univoca nelle persone e nel tempo e per far questo occorre ristabilire quella
comunione di Fede e di intenti che oggi è completamente distrutta. Ancora prima
che parlare di Nuova Evangelizzazione, a questo scopo sono chiamati coloro che
nella Chiesa hanno l’Autorità di pascere il gregge di Cristo
Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 23 di dicembre 2012 - riproduzione riservata (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)
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