venerdì 26 luglio 2013

PAPA FRANCESCO: IMPRESSIONI INIZIALI E “GIUDIZIO FINALE”

 di Alessandro Stucchi

A tre mesi e qualche giorno dall'elezione al soglio pontificio del Santo Padre Francesco, posso dire di avere elementi sufficientemente utili per un primo bilancio della situazione creatasi all’interno dell’orbe cattolico. Per chi, come me, segue con una certa frequenza siti, blog e gruppi di discussione che molti non esiterebbero a definire “tradizionali”, deve aver fin da subito notato una profonda spaccatura creatasi tra gli utenti: chi ha salutato con simpatia il nuovo Pontefice già all’annuncio del cardinale protodiacono, e chi, al contrario, è rimasto perplesso, se non addirittura spaventato, in qualche modo. Confesso che io stesso, nonostante la promessa di non esternare emozioni qualunque fosse stato il nome pronunciato dalla bocca del card. Tauran, inizialmente ho avuto soltanto parole un po’ frettolose per commentare la presentazione del Santo Padre al mondo intero che si trovava ad attenderlo innanzi alla Loggia centrale della Basilica vaticana; mi riferisco, in particolare, all’assenza dell’abito corale e al discorso fin troppo incentrato, a mio parere, sul fatto che il Conclave sarebbe servito innanzitutto a dare un vescovo a Roma. La preoccupazione, almeno nelle prime settimane, ha impiegato non poco tempo a svanire del tutto. Ragionando, come si suol dire, a freddo, sono arrivato alla seguente conclusione: fin troppi cattolici, che solitamente si trovano molto impegnati sia nella liturgia, sia nella difesa coraggiosa e ammirabile della dottrina cattolica in tutti gli ambienti della vita sociale, si sono forse un po’ troppo abituati all’idea che chiunque fosse stato eletto come nuovo Papa avrebbe avuto gli stessi gusti di Benedetto XVI per quanto riguarda il campo dell’esteriorità. Mi riferisco, in particolare, ai paramenti antichi e alla riscoperta di alcuni capi d’abbigliamento tradizionali, come per esempio la mozzetta ermellinata; tutti elementi, innegabilmente, non certo di secondaria importanza e che il nostro amato Papa emerito ha avuto il merito di riscoprire non in quanto “orpelli” (come qualche vaticanista ha ingiustamente affermato), ma come riflessione esteriore della grandezza del ministero petrino. Come già detto, io stesso nei primi momenti mi sono lasciato trasportare eccessivamente dal repentino cambiamento esteriore legato al nuovo Pontefice. Grazie a Dio, successivamente, ho potuto constatare come il fatto di indossare la semplice talare bianca, di calzare le scarpe nere e di portare al collo la sua precedente croce pettorale da parte di papa Francesco non sia accompagnato da chissà quale libertà in campo dottrinale, come invece hanno sperato molti cattolici “fai da te”. Tutti noi abbiamo visto come il Santo Padre abbia ribadito la sacralità e l’importanza di difendere la vita dal concepimento fino al suo termine naturale, in occasione della marcia nazionale dedicata alla vita stessa; come si sia dimostrato contrario alla possibilità del celibato facoltativo per i sacerdoti, così come abbia sempre ribadito la sua avversione nei confronti del matrimonio tra individui dello stesso sesso, definendolo addirittura un inganno del Demonio; come, soprattutto, di fronte a certi vescovi della Conferenza Episcopale Italiana che gli esponevano il loro risentimento nei confronti della Santa Messa tridentina, liberalizzata, come tutti sappiamo, dal Motu Proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI, egli ne abbia ribadito l’importanza, aggiungendo che la Chiesa è fatta da molti elementi anche diversi tra loro.E poi, questo lo scrivo per chi maggiormente si sofferma sull’aspetto liturgico, anche se non indosserà le antiche pianete tanto spesso utilizzate dal suo predecessore, possiamo accertarci in occasione di qualsiasi celebrazione come la dignità e il decoro delle stesse non sia certo venuto meno. In conclusione, è necessario per noi ricordarci che troppo spesso tendiamo a esprimerci frettolosamente e con superficialità, offrendoci noi stessi occasione di creare divisioni. Affidiamo, invece, alla preghiera i nostri dubbi e le nostre preoccupazioni, confidando nell’aiuto di Dio e della sua Santissima Madre, proprio come papa Francesco ha voluto che facessimo, fin dal suo primo giorno come Sommo Pontefice, invitando il suo popolo a pregare per lui.

Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 30 di luglio 2013 - riproduzione riservata  (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)

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