di
Alessandro Stucchi
A tre mesi e qualche giorno dall'elezione al
soglio pontificio del Santo Padre Francesco, posso dire di avere elementi
sufficientemente utili per un primo bilancio della situazione creatasi all’interno
dell’orbe cattolico. Per chi, come me, segue con una certa frequenza siti, blog
e gruppi di discussione che molti non esiterebbero a definire “tradizionali”,
deve aver fin da subito notato una profonda spaccatura creatasi tra gli utenti:
chi ha salutato con simpatia il nuovo Pontefice già all’annuncio del cardinale
protodiacono, e chi, al contrario, è rimasto perplesso, se non addirittura
spaventato, in qualche modo. Confesso che io stesso, nonostante la promessa di
non esternare emozioni qualunque fosse stato il nome pronunciato dalla bocca
del card. Tauran, inizialmente ho avuto soltanto parole un po’ frettolose per
commentare la presentazione del Santo Padre al mondo intero che si trovava ad
attenderlo innanzi alla Loggia centrale della Basilica vaticana; mi riferisco,
in particolare, all’assenza dell’abito corale e al discorso fin troppo
incentrato, a mio parere, sul fatto che il Conclave sarebbe servito
innanzitutto a dare un vescovo a Roma. La preoccupazione, almeno nelle prime
settimane, ha impiegato non poco tempo a svanire del tutto. Ragionando, come si
suol dire, a freddo, sono arrivato alla seguente conclusione: fin troppi
cattolici, che solitamente si trovano molto impegnati sia nella liturgia, sia
nella difesa coraggiosa e ammirabile della dottrina cattolica in tutti gli
ambienti della vita sociale, si sono forse un po’ troppo abituati all’idea che
chiunque fosse stato eletto come nuovo Papa avrebbe avuto gli stessi gusti di
Benedetto XVI per quanto riguarda il campo dell’esteriorità. Mi riferisco, in
particolare, ai paramenti antichi e alla riscoperta di alcuni capi
d’abbigliamento tradizionali, come per esempio la mozzetta ermellinata; tutti
elementi, innegabilmente, non certo di secondaria importanza e che il nostro
amato Papa emerito ha avuto il merito di riscoprire non in quanto “orpelli”
(come qualche vaticanista ha ingiustamente affermato), ma come riflessione
esteriore della grandezza del ministero petrino. Come già detto, io stesso nei primi momenti mi
sono lasciato trasportare eccessivamente dal repentino cambiamento esteriore
legato al nuovo Pontefice. Grazie a Dio, successivamente, ho potuto constatare
come il fatto di indossare la semplice talare bianca, di calzare le scarpe nere
e di portare al collo la sua precedente croce pettorale da parte di papa
Francesco non sia accompagnato da chissà quale libertà in campo dottrinale,
come invece hanno sperato molti cattolici “fai da te”. Tutti noi abbiamo visto
come il Santo Padre abbia ribadito la sacralità e l’importanza di difendere la
vita dal concepimento fino al suo termine naturale, in occasione della marcia
nazionale dedicata alla vita stessa; come si sia dimostrato contrario alla
possibilità del celibato facoltativo per i sacerdoti, così come abbia sempre
ribadito la sua avversione nei confronti del matrimonio tra individui dello
stesso sesso, definendolo addirittura un inganno del Demonio; come,
soprattutto, di fronte a certi vescovi della Conferenza Episcopale Italiana che
gli esponevano il loro risentimento nei confronti della Santa Messa tridentina,
liberalizzata, come tutti sappiamo, dal Motu Proprio Summorum Pontificum di
Benedetto XVI, egli ne abbia ribadito l’importanza, aggiungendo che la Chiesa è
fatta da molti elementi anche diversi tra loro.E poi, questo lo scrivo per chi
maggiormente si sofferma sull’aspetto liturgico, anche se non indosserà le
antiche pianete tanto spesso utilizzate dal suo predecessore, possiamo
accertarci in occasione di qualsiasi celebrazione come la dignità e il decoro
delle stesse non sia certo venuto meno. In conclusione, è necessario per noi
ricordarci che troppo spesso tendiamo a esprimerci frettolosamente e con
superficialità, offrendoci noi stessi occasione di creare divisioni. Affidiamo,
invece, alla preghiera i nostri dubbi e le nostre preoccupazioni, confidando
nell’aiuto di Dio e della sua Santissima Madre, proprio come papa Francesco ha
voluto che facessimo, fin dal suo primo giorno come Sommo Pontefice, invitando
il suo popolo a pregare per lui.
Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 30 di luglio 2013 - riproduzione riservata (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)
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