domenica 14 ottobre 2012

ATTORI E SPETTATORI. NON CI SONO SCUSE; CIASCUNO DI NOI HA UNA MISSIONE, CHE NON È PREROGATIVA DEI LAUREATI IN TEOLOGIA

di Francesco Bernardini

Due premesse, due antefatti, anzitutto. La prima: mi raccontava Diego Vanni di aver parlato con una persona la quale, relativamente al Circolo Ragionar cattolico, gli ha detto le seguenti frasi: «Ma voi chi Vi credete di essere per contestare le omelie dei preti?! Non siete mica laureati in teologia!» e ancora: «Ma di quale missione vi sentiti investiti?! Vi sentite davvero investiti di una missione?!» e infine: «Ma non vi rendete conto che non smuovete l’opinione di una mosca, che non convertite nessuno?!». La seconda: parlavo (anzi: chattavo su Facebook) domenica 15 aprile, con l’amica Giuliana e cercavo di spiegarle l’attuale crisi della Fede, accennando al fatto che non ce ne rendiamo perfettamente conto perché ci siamo immersi fino al collo, siamo cioè come quello che si trova nel mezzo di una foresta ed ovviamente non può capire quanto sia vasta la medesima. Cercavo di spiegare all’amica il tentativo in corso di trasformare la Chiesa Cattolica quale succursale di rito cattolico della più ampia chiesa universale (volutamente minuscolo) omnicomprensiva e indifferenziata. Chiesa universale che può fare a meno di Cristo, dei Sacramenti in generale e dell’Eucarestia in particolare ma che, pur di salvaguardare la sua vocazione mondialista, è disposta ad accettare anche Cristo, Sacramenti etc… purché non si pretenda da parte di qualcuno di considerarLi indispensabili per l’uomo e per la sua salvezza. Tutto, ovviamente, fatto in nome della pace universale tra le religioni, della libertà religiosa e della supremazia delle coscienze sulla Verità. Lungo preambolo per chiarire la drammaticità dell’argomento soprattutto se, come ho detto all’amica, probabilmente stiamo vivendo l’ultima e definitiva battaglia. Giuliana mi ha posto allora la domanda che (assieme alle domande – retoriche – che l’uomo di Guasticce ha posto a Diego Vanni) mi ha spronato a scrivere queste righe: «Francesco, ma noi siamo attori o spettatori in questo dramma?». La mia risposta ovviamente è stata: «Attori, attori, Giuliana, io e te, tutti noi, anche chi non lo sa, è attore perché a nessuno è permesso di far finta di niente, chi tace, chi fa finta di non vedere è attore, nel campo che io ritengo sbagliato, ma è attore». Da cattolici siamo attori perché siamo stati battezzati e confermati nella Fede con la Cresima, abbiamo, cioè, tutte le carte in regola (tutte le armi), nessuna esclusa, per combattere questa battaglia; non ci è permesso di rimandare a domani. A quando?! Aspettiamo?! Cosa ?! Gesù ci ha detto di essere luce del mondo, sale della terra, lievito nella farina etc… e l’ha detto a tutti noi, battezzati e cresimati, e non ai soli sacerdoti o ai soli laureati in teologia, come invece vorrebbe l’uomo di Guasticce che ha parlato con Diego – peraltro non si capisce perché per criticare uno sfondone madornale occorra un titolo accademico. Bah! E ci ha anche avvertiti, Lui, di come ci tratterà se verremmo meno al compito affidatoci: essere buttai via, lontani dalla Sua Presenza Beatifica per l’eternità! Non è una bella prospettiva! Quanto detto, capite bene, è “provocatorio” e irriducibilmente contrario alla mentalità dominante che tende a fare sì che tutto quello che turba l’assordante silenzio con cui si vivono le vicende riguardanti la Fede venga messo al bando. Assordante silenzio che qualche volta deriva dalla completa indifferenza (ed è il caso migliore) e qualche volta dalla presunzione di poter fare da soli senza l’aiuto promesso da Lui ed altre volte ancora dal non volersi far coinvolgere in “battaglie” che sembrano di retroguardia e che sicuramente non ottengono il consenso della gente. Ci siamo dimenticati che Gesù non aveva il consenso della gente, aveva contro il potere costituito e non si nascondeva dietro facili discorsi melensi e che anche a noi non ha promesso, come persone che hanno scelto la Sua Sequela, carriere politiche o ecclesiastiche, anzi… ha promesso discriminazioni, persecuzioni (non solo fisiche), denunce all’autorità costituita, etc …, ma anche gioia immensa, la vita eterna in Sua Compagnia. E’ suquesta scommessa che fondiamo il nostro impegno. E con questo rispondo all’ultima obiezione del nostro compaesano: «Ma non vi rendete conto che non smuovete l’opinione di una mosca, che non convertite nessuno?!». E’ nostro dovere esserci; testimoniare Cristo, testimoniare la Verità, che, appunto, è scomoda; porta discriminazioni e persecuzioni e solo raramente consenso. Non smuoviamo l’opinione di una mosca?! Non è nostro compito; siamo dei meri lavoratori nella vigna del Signore, il protagonista è Lui. Lui decide se e quando smuovere l’opinione della mosca, se e quando palesarSi e convertire. Non è certo nostro compito convertire! E’ lo Spirito Santo che converte, non certo noi. Ma questo non ci esime dal lavorare, a testimonianza Sua. Il fatto che sia lo Spirito Santo a convertire e non noi, non ci legittima a starcene con le mani in mano. Ciò detto, quali sono i campi su cui combattere la Buona Battaglia?! Qui ognuno deve fare le proprie scelte, anche a seconda della proprie capacità (carismi), ed esperienze. Potrei citare alcuni dei campi possibili. Il campo immenso e fecondo del recupero e della valorizzazione della Tradizione, campo che va dalla riscoperta della Tradizione nella Liturgia a quello della riaffermazione dei dogmi bimillenari della Chiesa Cattolica sia in campo teologico che morale ed etico.

Nel campo liturgico, personalmente penso, ma è una mia idea, che la rivalorizzazione della Sacra Liturgia Tradizionale (mi riferisco alla riscoperta della Messa Vetus Ordo detta anche Messa in latino e a tutto quello che ne segue) sia la cosa più importante per cui darsi da fare, la riscoperta della bellezza della Fede Cattolica nasce anche dalla rivitalizzazione delle Verità Liturgiche. La riscoperta della liturgia antica non solo avvicina l’anima alla bellezza delle cose sacre ma, per la sua estrema solennità, in contrasto con la sciatteria delle moderne liturgie (sciatteria molto spessa voluta), rende evidente testimonianza alle Verità di Fede che la Liturgia esprime (Lex Orandi Lex Credendi). L’amore e l’assoluta aderenza delle liturgie eucaristiche al Canone prescritto, rende testimonianza cattolica alla presenza di Gesù tra noi, presenza nelle Sacre Specie del Suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità, testimonianza che è universale perché identica a Guasticce, comea Roma come a Berlino o a New York. Questo ovviamente in contrasto con le liturgie che siamo abituati a seguire, che non solo cambiano per la lingua ma cambiano anche in funzione del celebrante; ognuno ci mette del proprio perché si ritiene autorizzato a farlo e nessuno prende provvedimenti! Questo chiaramente nel disprezzo dei Sacri Canoni e anche della Fede della gente comune che si aspetterebbe una celebrazione seria e non una pagliacciata a seconda dei gusti personali del celebrante. Discorso a parte merita lo scempio della Musica Sacra troppo spesso trasformata in musical, che si compie tra l’indifferenza delle gerarchie ecclesiastiche, che prendono provvedimenti ma solo contro chi certe cose ha il coraggio di dirle.

Altro campo su cui si richiede impegno da parte di tutti è quello della difesa delle Verità della Fede, che ormai da decenni sono sotto attacco e continuamente smantellate tra l’indifferenza della gente. Qui la tattica di chi combatte la Fede Cattolica è molto subdola e ha ormai ottenuto tante di quelle vittorie tra la gente comune che umanamente parlando sarà impossibile ripristinare la Verità (poi, per fortuna c’è Gesù, c’è Maria Santissima Se ci mettono le mani Loro…). La tattica usata da questi nemici è quella di aggirare l’ostacolo, di non negare le Verità espressamente, ma insinuare nel pensiero della gente una verità alternativa o quantomeno una verità meno assoluta. Si dice che sicuramente è vero il dogma X ma è anche vero il dogma Y che è in contrasto con X, per cui il povero fedele piano piano non sa più se è vero X o Y e tra i due, di solito, sceglie quello che è meno impegnativo per la sua vita spirituale e/o morale. Due esempi: il primo l’assoluta veridicità dei Vangeli in quanto ispirati direttamente da Dio. Nessuno dirà mai che i Vangeli sono una storiella, almeno nessuna persona seria lo dirà mai, ma si dirà che il passo tale deve essere interpretato, che il miracolo tal altro non è possibile perché contro le leggi della natura, come se la natura non fosse creatura di Dio, che l’affermazione di Cristo in quel passo era solo per i fedeli del tempo e non per noi oggi, come se Gesù parlasse solo ad alcuni e non a tutti, etc… Piano piano nessuno, o solo pochi, prenderanno i Vangeli sul serio ma se ne serviranno solo per i propri scopi personali, i Vangeli saranno ridotti ad un pezzo di gomma da tirare ognuno dalla sua parte. Il secondo esempio è quello della condanna da parte della Chiesa Cattolica dell’aborto, ribadita continuamente; anche qui: «Sì l’aborto è sofferenza, io non lo farei mai, ma in certe occasioni… se proprio non c’è altro sistema… E poi non si può giudicare (classico slogan usato perfar digerire in silenzio certe porcate)! Si finisce con la situazione attuale in cui ormai, in un Paese che si definisce cattolico, l’aborto è usato come contraccettivo. Nessuno ha spiegato ai nostri soloni che non si tratta di condannare chi abortisce, non spetta a noi farlo, ma di condannare l’aborto sic et simpliciter, senza nessuna remora o tentennamento e la legge che lo permette, poi saremo i primi a darci da fare per cercare di prevenire, aiutare, confortare e sostenere le situazioni difficili e tutto ciò per amore della Vita.

Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 17 di maggio 2012 - riproduzione riservata  (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)

Nessun commento:

Posta un commento