domenica 14 ottobre 2012

UN GIORNO, PER CASO. UN APPELLO AGLI AMICI DI RIETI: FORMIAMO UN GRUPPO PER LA MESSA TRIDENTINA IN CITTA'

di Giuliana Calastri

Circa un anno fa , per caso, ho conosciuto un amico. Per caso abbiamo cominciato a parlare di tanti argomenti tra cui, una domenica mattina, di Messa. Lui mi ha svelato l’emozione che prova ogni volta che va ad assistere alla celebrazione liturgica secondo il rito “vetus ordo”. Le sue parole mi hanno emozionato, devo dire la verità, perché sono state dette con un trasporto, un luccichio dell’ anima che hanno sbalordito me, credente che faccio troppo spesso fatica a stare concentrata durante il rito. Ho allora, incuriosita, cercato di documentarmi su questa, per me “nuova” liturgia ed ho trovato la “Summorum Pontificum”, ossia una lettera apostolica di Papa Benedetto XVI°, pubblicata in forma di motu proprio, il 7 Luglio 2007. Il motu proprio contiene le indicazioni giuridiche e liturgiche per la corretta celebrazione della messa tridentina e tali disposizioni sono entrate in vigore il 14 Settembre 2007. Ho cercato perciò se a Rieti o nelle vicinanze ci fosse qualche chiesa nella quale si celebrasse la Messa vetus ordo, un mio ricordo di infanzia, ma… il nulla assoluto. La città più vicina era Roma, ma oramai il mio desiderio di vedere, toccare con mano, ciò che il mio amico prova ogni volta che assiste alla Messa era diventato così forte che mi sono recata nella Capitale per assistere al rito vetus ordo. Via Merulana, entro, prima meraviglia: il prete era di fronte all’altare, di spalle ai fedeli e c’era la balaustra dove inginocchiarsi per ricevere la Comunione: che ridda di pensieri; «ma questa era la Chiesa, il rito che io frequentavo da bambina !». Entro e con me un folto gruppo di fedeli, ci si fa il segno della croce con l’acqua santa ed arriva il parroco con due compostissimi chierichetti. La funzione è celebrata tutta in latino ed i fedeli rispondono in latino. Solo l’ omelia e le letture del Vangelo restano in italiano ma i fedeli seguono la Messa aiutati da un libretto che riporta il latino a sinistra e l’italiano a destra. Seconda meraviglia: pensavo che i fedeli attratti dalla Messa in latino fossero dei nostalgici, invece la maggior parte dei presenti era composta da adulti, giovani e famiglie con bambini anche molto piccoli, ma con che compostezza, che serietà seguivano la liturgia, mica scorrazzando per le navate come troppo spesso accade nelle Messe che frequento di solito! Terza meraviglia: questa Messa è bella, si intuisce il Mistero che si celebra; è come si fosse più Presenti! Si riesce a pregare tanto nei momenti di silenzio che durante i canti gregoriani i quali favoriscono, in modo incredibile, la preghiera: si capisce quale è il punto centrale della Messa, che non è la predica del prete, perché ogni gesto o parola del rito ha un suo preciso significato che fa trasparire sia la cura che si dovrebbe avere nei confronti di Colui che per noi è morto e risorto, sia per la Bellezza che ha portato su questa terra. Mi sono resa conto di quanto, in effetti, sia difficile concentrarsi e pregare quando c’è un frastuono di chitarre e canzonette anni ’60 adattate per la liturgia, ed il parroco usa fare la predica scendendo dall’altare con il microfono in mano come se fosse un pippo baudo che deve vendermi qualche cosa. Ho capito che la Messa deve essere Cristocentrica, e questi preti modernisti, al centro mettono loro stessi ed i loro coretti. Da quando ho avuto modo di frequentare la Messa vetus ordo, cerco di andarci tutte le volte che posso, troppo poche invero, per questo vorrei che nella mia città ci fosse la possibilità di avere almeno un rito, alla domenica, celebrato in questo modo; cosa occorre? Un gruppo di fedeli che lo chiedano, un sacerdote celebrante, null’altro. Amici reatini, credetemi, questa liturgia fa commuovere, fa percepire la presenza reale di Cristo in una maniera straordinaria, ci aiuta a concentrarci senza le schitarrate varie delle messe moderniste. Un appello: creiamo un gruppo, cerchiamo un sacerdote disponibile, ricordiamo che il Cardinale Paggi ha sempre continuato a celebrare la Santa Messa con il rito tridentino di San Pio V° e a chi gli ha chiesto: «Perché non si è adeguato alla riforma?» ha risposto «Scusi, ma perché mi pone questa domanda? Io ho sempre celebrato secondo i Messale di San Pio V° che, è bene ricordarlo, il Concilio Vaticano II non ha mai abrogato». Ed allora il vetus ordo è una novità?! No, è una tradizione! E chi voglia perpetuarla mi contatti; creiamo un gruppo che potrà affermare «Qui laetificat juventutem meam», cioè la testimonianza della giovinezza di Dio e la Sua immensa misericordia, la misericordia del Padre che rinnova nella fede i suoi figli donando la gioventù e la freschezza di chi crede, nel silenzio e nel raccoglimento. Ma credete davvero che tutto sia frutto di un caso?

Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 17 di maggio 2012 - riproduzione riservata  (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)


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