domenica 14 ottobre 2012

NECESSARIO RIPRISTINARE LA SEDIA GESTATORIA PER IL PAPA, COME AI TEMPI DI PIO XII E GIOVANNI XXIII

di Alessandro Stucchi

La mattina di domenica 16 ottobre i circa ottomila fedeli riuniti nella basilica di San Pietro, quando si sono affannati a sporgersi dalle transenne sulla navata centrale per acclamare al passaggio del Papa all’inizio della Messa, di sicuro saranno rimasti con una certa sorpresa: Benedetto XVI, infatti, non procedeva verso l’altare papale con il suo caratteristico passo lento e sicuro, ma avanzava a bordo di quella pedana mobile che tante volte ha sostenuto il suo beato predecessore nei momenti in cui la malattia iniziava a farsi sentire. Oltre allo stupore, certamente, non è mancata una buona dose di preoccupazione da parte di tutti: che il peso dell’età abbia forse iniziato a farsi sentire anche su di lui, nonostante la sorprendente resistenza fisica mostrata dal Santo Padre prima durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid (a dirlo è un testimone diretto) e, più recentemente, durante i quattro giorni di viaggio apostolico nella sua Germania?! Questo è perfettamente normale, tenendo conto del fatto che si tratta pur sempre di un uomo di 84 anni compiuti da un pezzo. A smentire qualsiasi voce su un possibile peggioramento delle condizioni di salute del pontefice ci ha pensato però il portavoce della sala stampa vaticana, Padre Federico Lombardi: il gesuita ha infatti dichiarato che si è pensato all’uso della pedana mobile per evitare nei limiti del possibile ulteriori sforzi al Santo Padre, appesantito oltretutto dai paramenti liturgici, nel tragitto dalla sagrestia fino all’altare della Confessione (un centinaio di metri in tutto). Inoltre, in questo modo i fedeli possono vederlo meglio e si eliminano i rischi di aggressioni da parte di eventuali esaltati, come è avvenuto in occasione delle Messe di Natale del 2008 e del 2009. In ogni caso, Benedetto XVI è apparso sorridente e tranquillo come sempre e, una volta sceso dalla pedana ha celebrato la Messa per la Nuova Evangelizzazione, il cui pontificio Consiglio è retto da qualche tempo da S. E. Mons. Rino Fisichella. Per ora, dunque, accontentiamoci della pedana mobile, anche se si è già ampiamente dimostrata la necessità del ritorno alla sedia gestatoria. Un Papa, infatti, prima o poi sarà sempre costretto dal peso dell’età, della salute e degli sforzi ad essere trasportato. Perché dunque farlo con uno strumento diverso da quello che è stato usato per secoli con i Papi?! L’obiezione che solitamente viene mossa è che in questo modo verrebbero meno le innovazioni del Concilio Vaticano II, è cioè quelle secondo le quali «un Papa deve stare in mezzo alla gente e non deve ridursi ad un idolo statuario». Le contraddizioni di questo tipo di concezione sono tuttavia evidenti: il Sommo Pontefice, soprattutto con l’ingente folla che accorre sempre per vederlo, non potrà mai mischiarsi alla folla stessa; inoltre, un certo livello di sicurezza dovrà pur sempre essere garantito. A che scopo, quindi, ridurre la figura del Papa a quella di un pastore qualunque, se poi per una ragione o per un’altra si deve sempre ricorrere ad un mezzo di trasporto?! Auspichiamo, perciò, di poter rivedere un giorno il Pontefice passare tra due ali di folla in sedia gestatoria, proprio come Pio XII e Giovanni XXIII, che pur venendo trasportati solennemente durante le celebrazioni, sono rimasti nella nostra memoria rispettivamente come «Pastore angelico» e «Papa buono».

Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 11 di novembre 2011 - riproduzione riservata  (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)



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