venerdì 12 ottobre 2012

L’INDICIBILE VERITÁ SUL TERZO SEGRETO DI FATIMA ED IL “RAGIONAR CATTOLICO”

di Diego Vanni

Il Presidente di questo Circolo, l’amico Francesco Bernardini, mi chiede, vista la neve che ha impedito alla conferenza che portava lo stesso titolo di questo articolo di svolgersi nel mese di dicembre, sapendomi conoscitore di quella complessa e spinosa questione che ruota attorno alla rivelazione del Terzo Segreto di Fatima, di cogliere quest’occasione (il rinvio a gennaio della conferenza) per spiegarvi un po’ meglio la vexata quæstio, cosicché possiate incuriosirvi e partecipare con qualche nozione di base alla conferenza in programma per questo mese. Lo accontento subito. Cercherò dunque, pur avendo una mia idea in merito, di spiegarvi con obiettività quali sono i termini di questa vexata quæstio. In altre parole: cos’è il Terzo Segreto di Fatima e perché, a distanza di decenni e decenni, fa ancora discutere così tanto di sé? Partiamo dall’inizio. Tutto inizia nel lontano 1917, a Fatima, in Portogallo, quando la Madonna appare a 3 pastorelli: Lucia Dos Santos, Francisco Marto e Giacinta Marto. A questi la Madre di Dio rivela 3 messaggi (i tre segreti, appunto). Di questi, il Terzo è il più controverso per svariate ragioni che, per esigenza di brevità, non potrò esporre nella loro totalità. Ma qual è il contenuto di questo Terzo Segreto? Leggiamolo: «Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: “Penitenza, Penitenza, Penitenza!” E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio». Questo testo viene reso noto dal Vaticano nel 2000. Subito collegato all'attentato del 13 maggio 1981, l'annuncio tanto atteso deluse molti. Possibile che un messaggio tenuto nascosto così a lungo, e con tanta cura, si riferisse a un evento già accaduto? Perché allora aspettare quasi altri vent’anni prima di comunicarne il contenuto? Chi è realmente il vescovo vestito di bianco? Perché quel lungo silenzio e quell'isolamento imposti a suor Lucia dal 1960? E come si spiegano certe sue parole? C’è un Papa martire nel futuro prossimo della Chiesa? Perché tanti particolari della ricostruzione ufficiale sono stati contestati? Pian piano le domande imbarazzanti cominciano ad accumularsi e molti indizi delineano un altro quadro, un’altra scottante ipotesi: forse una parte del messaggio della Madonna non è mai stata pubblicata perché troppo sconvolgente. Si tratterebbe della parte che inizia con una famosa frase della Santa Vergine che suor Lucia avrebbe in sospeso: «In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, etc…». Frase, questa, inspiegabilmente relegata in una nota, seppur virgolettata e dunque attribuita alla Madonna stessa. La tesi dei fatimiti è la seguente: possibile che una visione così oscura ed enigmatica come quella del «Vescovo vestito di Bianco» che «venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce», mentre attraversava «una grande città mezza in rovina» resti priva della relativa spiegazione ed interpretazione, da parte proprio di Colei che quella visione ha concesso? L’assunto dei fatimiti è il seguente: la Madonna spiega sempre le visioni che mostra ai bambini, anche quelle più evidenti, come quella dell’Inferno. Possibile, dunque, che manchi la relativa spiegazione alla visione del Terzo Segreto?! Possibile che questo scenario, così oscuro ed enigmatico anche per gli studiosi, potesse risultare di facile interpretazione a tre pastorelli portoghesi semianalfabeti?! Dice padre Kramer in un suo studio su Fatima: «Perché la Madonna avrebbe spiegato un qualcosa di così ovvio come la visione dell’Inferno, mentre non avrebbe dato alcuna parola per spiegare quest’oscuro passaggio pubblicato dal Vaticano?». La tesi dei fatimiti è dunque ovvia, visto che le loro domande son tutte retoriche: «esiste una seconda parte del Terzo Segreto che non è stata rivelata dal Vaticano nel 2000». «Questa seconda parte contenente la spiegazione ed interpretazione della visione da parte della Madonna – per i fatimiti – inizierebbe proprio da quella frasetta esplosiva («In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, etc…») resa nota nel 2000, seppur relegata in una nota. «Possibile – si chiedono retorici i fatimiti - che la Madonna concluda una sua frase (peraltro di fondamentale importanza, nda) con un “etc”?!». Il giallo è reso ancora più esplosivo dalla scelta del Vaticano di non tentare nemmeno un’interpretazione di quella frasetta. Quello di questa frase, peraltro, non è l’unico argomento forte dei fatimiti! E veniamo agli altri due elementi. Elemento n° 1 Il Terzo Segreto doveva esser rivelato – riferisce suor Lucia – per espresso ordine della Madonna nel 1960 «perché allora sarà più chiaro». Elemento n° 2: nell’interpretazione vaticana il Terzo Segreto fu ricollegato all’attentato a Giovanni Paolo II del 1981. La lettura interpretativa incrociata di questi due elementi rappresenta senz’altro un altro formidabile argomento in mano ai fatimiti. E spieghiamo perché. Innanzitutto (ed è la prima plateale contraddizione) Giovanni Paolo II, com’è noto, non morì nell’attentato dell’81! Dunque il «Vescovo vestito di bianco» del Terzo Segreto non è lui, perché questi «venne ucciso», mentre Giovanni Paolo II, no. Possibile che la Madre di Cristo, assunta in cielo dove vive ormai nella dimensione dell’eternità e non del tempo, non sapesse che Lei stessa avrebbe deviato la pallottola mortale?! Inoltre: lo scenario del Terzo Segreto coincide con quello dell’81?! Assolutamente no! Dov’è il «gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce»?! Nell’81 c’era Ali Agca, non un «gruppo di soldati»! E gli altri «Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni» che «allo stesso modo morirono, gli uni dopo gli altri» a seguito della morte del «Vescovo vestito di bianco» dove sono?! Non è dunque un’opinione, ma una constatazione di fatto il sostenere che il «Vescovo vestito di bianco» non è Giovanni Paolo II e che lo scenario del Terzo Segreto non corrisponde affatto allo scenario dell’attentato dell’81! Dov’è inoltre la «montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce»?! Lo scenario è San Pietro! E la «città mezza in rovina»?! E colleghiamo adesso il tutto al primo elemento, cui accennavo poche righe più su. Relativamente alla pubblicazione del Terzo Segreto nel 1960, come detto, la Madonna giustificò tale data con queste parole: «perché allora sarà più chiaro»! Ma come poteva essere «più chiaro» nel 1960 ciò che si sarebbe verificato addirittura 21 anni dopo?! E comunque, anche ammesso che si voglia fare la politica dello struzzo relativamente alle numerosissime contraddizioni della tesi ufficiale e quindi volendo prendere per buona la tesi secondo cui la visione del «Vescovo vestito di bianco» sarebbe la profezia dell’attentato dell’81, perché, dopo l’81, attendere ancora ben 19 anni prima di rivelare il testo del Segreto?! E si potrebbe continuare all’infinito nell’elencazione delle contraddizioni della tesi ufficiale, ma questo è compito, più che di questo mio povero articolo, della conferenza del 04/01/11 che io stesso terrò, su richiesta Francesco Bernardini e che di questo tema tratterà. Concludo dunque con l’elencarvi quali sono alcune delle ricostruzioni che si fanno di quella che – a detta dei fatimiti – sarebbe la parte mancante e non rivelata. Secondo alcuni la parte che sarebbe stata censurata dal Vaticano nel 2000 conterrebbe «riferimenti ad un’apostasia (rinnegamento della vera fede, nda) nella stessa Chiesa». Secondo altri, invece, conterrebbe «riferimenti all’Anticristo» e ad un suo «innalzamento fino ai vertici della Chiesa». Secondo altri ancora, «riferimenti» alla fine del mondo o a cataclismi naturali. Tutte le ricostruzioni hanno comunque un denominatore comune: la parte mancante – secondo tutti gli autori – non sarebbe stata rivelata perché troppo spaventosa! E qui si esaurisce il compito assegnatomi da Francesco Bernardini. Vi ho esposto la questione in pillole. Adesso sapete qual è il contenuto di questo Terzo Segreto (o almeno… di ciò che è stato rivelato), sapete qual è la controversia relativa a questa visione, conoscete, seppur per sommi capi, le argomentazioni dei fatimiti in materia. Potreste rimproverarmi, tuttavia, di non aver citato le argomentazioni della controparte. Ma esistono argomentazioni da parte della controparte? A giudizio di chi scrive, no. Ed è per questo che non le ho citate. Nessun intervento della controparte, sempre a giudizio di chi scrive, è stato minimamente in grado di dare una risposta alle (oggettivamente imbarazzanti) domande dei fatimiti né, men che mai, di dimostrare che le contraddizioni della tesi ufficiale (quella del Papa che non muore, quella del 1960, ecc…) in realtà non sono tali. Veramente il compito assegnatomi si esaurisce qui. Adesso, chi ha letto con attenzione questo articolo (lungo, me ne rendo conto, ma non immaginate quanto sia ampia e complessa questa questione) conosce i termini essenziali della vexata quæstio. Per tutti gli approfondimenti c’è la conferenza del 04/01/11 e quella, più specifica, del 14/01/11.

 Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 3 di gennaio 2011 - riproduzione riservata  (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)


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