domenica 14 ottobre 2012

CELENTANO IN TV: VERGOGNA, VERGOGNA, VERGOGNA! / TV SPAZZATURA. HAI RAGIONE ALESSANDRO, MA FORSE…

di Alessandro Stucchi

La dimostrazione che la televisione italiana non ha più nulla da offrire se non pura spazzatura sono le critiche ai giornali cattolici (e dire che per me Avvenire e Famiglia Cristiana sono già poco cattolici di loro) da parte di questo “dinosauro” (per non dire altro), che dopo aver scassato i timpani alla gente per sessant’anni nonha niente di meglio da fare che prendersi qualche altra centinaia di migliaia di euro per migliaia di euro per condurre il festival di Sanremo. Criticare la Chiesa, come si sa, è quello che si fa quando, pur sforzandosi, non si trova proprio niente da proporre. Mi sorge un solo dubbio… dove trova il coraggio, uno che si prende qualche centinaia di migliaia di euro solo per dire quattro mmm… diciamo… “corbellerie” in televisione, di definire “ipocriti” gli unici organismi che in Italia fanno qulcosa per aiutare la gente? Aggiornamento dell’ultima ora: vengo a sapere soltanto adesso che la somma prima identificata genericamente come “qualche centinaia di migliaia” corrisponde esattamente a ben 750.000 euro. Complimenti, davvero complimenti, Adriano. Spero sinceramente con tutto il mio cuore di non vederti comparire mai più su alcuno schermo dopo le querele che ti beccherai, nè di udire la tua voce su alcuna frequenza. A mai più rivederci!

TV SPAZZATURA. HAI RAGIONE ALESSANDRO, MA FORSE…
Anche un orologio guasto segna l’ora giusta due volte al giorno


di Francesco Bernardini

Non sono un assiduo frequentatore di trasmissioni televisive, anzi non le vedo proprio escluso qualche evento sportivo, ma gli interventi di Celentano durante il Festival della canzone italiana a Sanremo mi hanno interessato: del primo intervento sono riuscito a trovare la copia scritta; il secondo l’ho seguito in tv. Sentendo qualche commento e qualche reazione indignata sempre in tv, ma anche leggendo i giornali, mi sono fatto alcune idee o, meglio, ho rafforzato alcune idee che già avevo e che tenterò di esporre in questo articolo. Parlando poi con l’amica Giuliana Calastri del problema mi ha raccontato un fatto accaduto a lei e che ha riportato nel suo articolo pubblicato in questo numero del giornalino, a pag. 8. Il fatto sembra paradossale ma è sicuramente vero e purtroppo è solo la punta di un iceberg che tutti conoscono ma di cui nessuno parla. Insomma tra Celentano, le reazioni ecclesiali e il caso esposto da Giuliana cercherò di tirar fuori qualche considerazione. Credo che nemmeno Celentano con il suo primo intervento si sia reso conto di quanto abbia colto quello che per me è il problema centrale della situazione fallimentare in cui versano le nostre comunità. Celentano accusa chiaramente i nostri pastori di parlarci continuamente di tutto meno che delle cose che riguardano Dio e la Fede. Questa accusa, fatte le debite eccezioni, è facilmente deducibile dal tenore e dagli argomenti delle omelie domenicali. La denuncia di Celentano è poi continuata contro quelli che sono gli organi di stampa più conosciuti all’interno delle comunità ecclesiali e parrocchie: Avvenire e Famiglia Cristiana. Non sono in grado di giudicare quanto le accuse alla stampa cattolica siano fondate perché non leggo tali pubblicazioni, ma viste le reazioni indignate ritengo che anche qui l’Adriano abbia colto nel segno. Le considerazioni da fare sarebbero infinite ma mi preme mettere in evidenza alcune cose per suscitare alcune riflessioni e interventi sull’argomento (si può dissentire pubblicamente scrivendo al Giornalino). Si sono viste reazioni infuriate sia da parte di vari ecclesiastici sia da parte dei direttori dei due giornali. Nessun attacco alle verità della Fede, alla figura di Gesù, al Papa, alla Chiesa aveva mai suscitato tali reazioni! Giornalisti di provata laicità e gente comune, si sono scagliati contro “il molleggiato” non tanto per le cose dette ma per il metodo con cui erano state dette (tutto il mondo, anche quello dello spettacolo e del giornalismo, è paese). Nessuno ha pensato, probabilmente nemmeno Celentano, che le critiche rivolte altro non hanno fatto se non ribadire un allarme lanciato poco tempo fa dal Santo Padre: «Anche nella Chiesa Cattolica si corre il pericolo di sostituire la religione di Gesù con la religione dell’uomo ». Richiamo che il Santo Padre ha rinnovato durante l’ultimo concistoro a tutti i Cardinali affinché tornino a fare servizio alla Chiesa e al Popolo di Dio e ad abbandonare le posizioni di potere raggiunte. Naturalmente il richiamo rivolto ai massimi vertici della Chiesa riguardava anche tutti gli altri livelli: laici, sacerdoti, vescovi, etc… Occorre riprendere coscienza dei compiti a cui sono chiamati i pastori e da cui non possono derogare, se non venendo meno alla missione di servizio a loro affidata da Gesù. Primo compito: Celebrazione dei Sacramenti con tutto l’amore e l’attenzione possibile. Sono loro e solo loro, i sacerdoti, che possono rendere questo servizio alla Chiesa; la Chiesa non potrebbe vivere senza i Sacramenti, la Chiesa senza Eucarestia non sarebbe più Chiesa, ma un club di “persone per bene”. Secondo compito: Assiduità nella preghiera. Sono i sacerdoti che debbono pregare per tutto il popolo loro affidato anche quando il popolo (mea culpa) prega poco. Anzi, dovrebbero fare di tutto per portare di nuovo la gente, le famiglie, la comunità tutta a scoprire le bellezza della preghiera. Terzo compito: Catechesi. Sono i sacerdoti che debbono occuparsi della catechesi per i nostri bambini, i nostri ragazzi e gli adulti e lo debbono fare personalmente fin dove è possibile e verificando il lavoro dei catechisti dove possibile. Alla catechesi è demandata la crescita delle Fede dei nostri ragazzi e se la Fede non cresce si perde! Gli esempi che abbiamo davanti sono drammatici! Qual è la percentuale di ragazzi che frequentano la Messa dopo la Prima Comunione o la Cresima?! Ce lo vogliamo porre il problema?! Non ci riguarda?! Vogliamo continuare con la politica dello struzzo ?! Facciamolo, ma meditiamo un attimo di quali gravi colpe saremo accusati! E d’altra parte non si può pensare che un ragazzo o ragazza sia attratto dalla frequenza alla Messa, ai sacramenti etc se la loro conoscenza della Fede Cattolica, dopo 6 o 7 anni di catechismo, di omelie settimanali etc è quella riportata nell’articolo di Giuliana. Ancora una volta, come sempre ho condiviso alcune considerazioni nemmeno troppo consequenziali forse; sicuramente alcune provocazioni per suscitare una riflessione personale, una critica, comunque qualcosa, magari da condividere sul nostro Giornalino.

Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 15 di marzo 2012 - riproduzione riservata  (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)



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