venerdì 12 ottobre 2012

L’INDICIBILE VERITÁ SUL TERZO SEGRETO DI FATIMA ED IL “RAGIONAR CATTOLICO”

 di Diego Vanni

Riportiamo, qua di seguito, parte del testo della relazione pronunciata da Diego Vanni nell’ambito della conferenza propedeutica sul Terzo Segreto di Fatima, tenutasi a Guasticce in data 04/01/11.

Buonasera a tutti e grazie per essere intervenuti a questa serata che è stata pensata dal Presidente del Circolo in funzione della conferenza che il dottor Paolini terrà a gennaio sul Terzo Segreto di Fatima. Ho accettato ben volentieri di dare il mio umile contributo, capendo che un unico incontro su una questione tanto ampia quanto complessa, qual è quella del Terzo Segreto di Fatima, non sarebbe stato sufficiente. Mio compito questa sera, dunque, sarà quello di enuclearvi i termini essenziali di questa vexata quæstio. Strutturerò dunque questo mio intervento in 5 parti:

* Le apparizioni di Fatima e il contenuto del Terzo Segreto rivelato nel 2000
* L’insormontabile contraddizione del Papa che non muore e il commento teologico del
card. Ratzinger
* La lettura incrociata del riferimento al 1960 e dell’attentato dell’81
* La questione della “rivelazione privata”
* Ipotesi di ricostruzione della parte non rivelata e ipotesi di movente

LE APPARIZIONI DI FATIMA

Partiamo dall’inizio. Tutto inizia nel lontano 1917, a Fatima, in Portogallo, quando la Madonna appare a 3 pastorelli: Lucia Dos Santos, Francisco Marto e Giacinta Marto. A questi la Madre di Dio rivela 3 messaggi (i tre segreti, appunto). Di questi, il Terzo è il più controverso per svariate ragioni che, per esigenza di brevità, non potrò esporre nella loro totalità. Ma qual è il contenuto di questo Terzo Segreto? Leggiamolo: «Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio». Questo testo che vi ho appena letto viene reso noto dal Vaticano nel 2000. Subito collegato all'attentato del 13 maggio 1981, l'annuncio tanto atteso deluse molti. Possibile che un messaggio tenuto nascosto così a lungo, e con tanta cura, si riferisse a un evento già accaduto? Perché allora aspettare quasi altri vent’anni prima di comunicarne il contenuto? Chi è realmente il vescovo vestito di bianco? Perché quel lungo silenzio e quell'isolamento imposti a suor Lucia dal 1960? E come si spiegano certe sue parole? C'è un Papa martire nel futuro prossimo della Chiesa? Pian piano le domande imbarazzanti cominciano ad accumularsi e molti indizi delineano un altro quadro, un’altra scottante ipotesi: forse una parte del messaggio della Madonna non è mai stata pubblicata perché troppo sconvolgente. Si tratterebbe della parte che inizia con una famosa frase della Santa Vergine che suor Lucia avrebbe lasciato in sospeso: «In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, etc…». Frase, questa, inspiegabilmente relegata in una nota, seppur virgolettata e dunque attribuita alla Madonna stessa. Ma di questa frase parleremo dopo.

L’INSORMONTABILE CONTRADDIZIONE DEL PAPA CHE NON MUORE E IL
COMMENTO TEOLOGICO DEL CARD. RATZINGER

Dicevo poc’anzi che questa visione fu subito collegata al noto attentato che Giovanni Paolo II subì in piazza San Pietro, nel 1981, ad opera di Ali Agca. Nel suo saggio Il quarto segreto di Fatima, Antonio Socci dice che «contrariamente a ciò che si crede i mass media hanno ripetuto, mai nessuna delle autorità della Chiesa ha ufficialmente identificato il papa ucciso del Terzo Segreto con Giovanni Paolo II, né la visione profetica di quell’assassinio con il fallito attentato di piazza San Pietro del 13 maggio 1981» anche se «l’interpretazione di Sodano intendeva suggerire proprio questa lettura». Una lettura decisamente forzata. Innanzitutto perché (ed è la prima plateale contraddizione) Giovanni Paolo II, com’è noto, non morì nell’attentato dell’81! Dunque il «Vescovo vestito di bianco» del Terzo Segreto non è lui, perché questi «venne ucciso», mentre Giovanni Paolo II, no. Possibile che la Madre di Cristo non sapesse che Lei stessa avrebbe deviato la pallottola mortale?! Del resto, fu proprio Giovanni Paolo II a dire che era stata «una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola» e dunque, giova ripeterlo, è possibile che la Madre di Cristo non sapesse che Lei stessa avrebbe deviato la traiettoria della pallottola mortale?! Difficile sostenerlo. Inoltre: lo scenario del Terzo Segreto coincide con quello dell’81?! Assolutamente no! Dov’è il «gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce»?! Nell’81 c’era Ali Agca, non un «gruppo di soldati»! E gli altri «Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni» che «allo stesso modo morirono, gli uni dopo gli altri» a seguito della morte del «Vescovo vestito di bianco» dove sono?! Dov’è la «montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce»?! Lo scenario è piazza San Pietro! E la «città mezza in rovina»?! Non è dunque un’opinione, ma una constatazione di fatto il sostenere che il «Vescovo vestito di bianco» non è Giovanni Paolo II e che lo scenario del Terzo Segreto non corrisponde affatto allo scenario dell’attentato dell’81! Si potrebbe obiettare, come Socci, che «contrariamente a ciò che si crede i mass media hanno ripetuto, mai nessuna delle autorità della Chiesa ha ufficialmente identificato il papa ucciso del Terzo Segreto con Giovanni Paolo II, né la visione profetica di quell’assassinio con il fallito attentato di piazza San Pietro del 13 maggio 1981», ma sembra difficile non ritenere una presa di posizione ufficiale il discorso del cardinal Sodano. Ma, anche ammesso che non si voglia ritenere questa una «interpretazione ufficiale» (cosa ardua se si pensa che lo stesso cardinal Ratzinger nel commento teologico allegato alla pubblicazione del Terzo Segreto fa esplicito riferimento al discorso del cardinal Sodano), resta comunque il fatto che dell’enigmatico scenario della visione non si tenta un’interpretazione, se non genericissima. Mi spiego meglio: in apertura del commento teologico al Terzo Segreto il cardinal Ratzinger dice che «chi legge con attenzione il testo del cosiddetto terzo “segreto” di Fatima, che dopo lungo tempo per disposizione del Santo Padre viene qui pubblicato nella sua interezza, resterà presumibilmente deluso o meravigliato dopo tutte le speculazioni che sono state fatte. Nessun grande mistero viene svelato; il velo del futuro non viene squarciato. Vediamo la Chiesa dei martiri del secolo ora trascorso rappresentata mediante una scena descritta con un linguaggio simbolico di difficile decifrazione». Queste parole pesano come un macigno, vediamo perché.

* Punto n° 1: il card. Ratzinger dice: «il velo del futuro non viene squarciato. Vediamo la Chiesa dei martiri del secolo ora trascorso rappresentata mediante una scena descritta con un linguaggio simbolico di difficile decifrazione». Parole, queste, che relegano lo scenario della visione del Terzo Segreto al passato. Infatti, per dirla con Ratzinger, «il velo del futuro non viene squarciato». Lo scenario del Terzo Segreto non avrebbe dunque, nel 2000, ancora da verificarsi, ma sarebbe riferito alla «Chiesa dei martiri del secolo ora trascorso». Ma se questo è vero, se, in altre parole, la profezia del Terzo Segreto si era già avverata e riguardava la «Chiesa dei martiri» perché mai la Madonna avrebbe dovuto chiederne la pubblicazione nel 1960?! Inoltre: possibile che uno scenario descritto in maniera così precisa ed analitica potesse essere la profezia di una generica «Chiesa dei martiri del secolo ora trascorso»?! Perché se «il velo del futuro non viene squarciato», se «nessun grande mistero viene svelato», per usare le parole del commento teologico di Ratzinger, quel segreto si è mantenuto tale per decenni e decenni, favorendo così quelle «speculazioni», cui pure fa riferimento il card. Ratzinger nel suo commento teologico?! Perché se «il velo del futuro non viene squarciato», se «nessun grande mistero viene svelato» si è imposto il silenzio e l’isolamento a suor Lucia, a partire dal 1960?! Cosa si temeva potesse dire?

* Punto n° 2: il cardinal Ratzinger usa una parola a dir poco curiosa in apertura del suo commento teologico: «interezza»! Che senso ha dire che il Terzo Segreto «viene qui pubblicato nella sua interezza»?! E’ un’espressione a dir poco curiosa. Un po’ come se io, in apertura di questa conferenza, vi avessi detto: «Adesso ascolterete la mia relazione nella sua interezza». Che senso avrebbe?! Questa precisazione, che vorrebbe forse stroncare sul nascere ogni polemica circa l’interezza appunto del testo pubblicato, in realtà suona quantomai strana e non escludo che possa trattarsi di un messaggio criptato agli studiosi di Fatima per fornire loro un appiglio. E non sarebbe peraltro il primo caso. Ce n’è infatti un altro, analogo a mio giudizio, in questa complessa vicenda e che merita di essere sottolineato. Come forse saprete il relatore che terrà la conferenza di gennaio, il dottor Solideo Paolini, è anche colui che intervistò il Segretario personale di Papa Giovanni XXIII, fonte di primissimo piano, avendo questi letto il testo del Terzo Segreto assieme a Papa Roncalli. Dopo il colloquio con Monsignor Capovilla, Paolini tornò a casa e, come da accordo, inviò le sue domande per posta a Capovilla. Nel plico di risposta del Segretario personale di Giovanni XXIII era contenuto anche un curioso biglietto autografo, dall’apparenza normalissima, che recitava: «Saluto cordialmente il dr. Solideo Paolini. Gli trasmetto alcuni fogli del mio archivio. Lo consiglio di procurarsi Il Messaggio di Fatima, pubblicazione della Congregazione per la dottrina della fede, edizione Città del Vaticano, anno 2000. Cordialità benedicenti. Loris Francesco Capovilla». Non è forse curioso che il vescovo consigliasse ad uno studioso di Fatima di procurarsi la pubblicazione ufficiale del Vaticano sul Terzo Segreto?! Era ovvio che la possedesse già. E’ la prima cosa che uno studioso di Fatima si procura. Non sarà stato allora un invito, criptato, a leggere un qualcosa, sempre di criptato, contenuto nell’edizione vaticana?! Non sarà stato un invito rivolto a Paolini per decriptare qualche frase o parola contenuta nel Messaggio di Fatima, edizione Città del Vaticano, anno 2000?! Che quel qualcosa fosse proprio la parola «interezza»?!

* Punto n° 3: il cardinal Ratzinger, sempre nel commento teologico, usa questa espressione: «linguaggio simbolico di difficile decifrazione». Pare veramente arduo sostenere che la Madonna usi un «linguaggio simbolico di difficile decifrazione»! Pare ancora più arduo sostenere che tale «linguaggio simbolico di difficile decifrazione» sia stato usato dalla Madre di Cristo con tre poveri pastorelli portoghesi semianalfabeti. No! Il metodo della Madonna non è questo, nella storia non lo è mai stato. Il testo del Terzo Segreto, tuttavia, per com’è stato pubblicato nel 2000 appare veramente caratterizzato da un «linguaggio di difficile decifrazione»! «Simbolico» non so, ma di «difficile decifrazione», certamente sì. Di difficile decifrazione, beninteso, ammesso che non manchi qualcosa! E se ci fosse una seconda parte in cui, dopo la visione, la Madonna spiega il significato della visione stessa? La tesi dei fatimiti è la seguente: possibile che una visione così oscura ed enigmatica come quella del «Vescovo vestito di Bianco» che «venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce», mentre attraversava «una grande città mezza in rovina» resti priva della relativa spiegazione ed interpretazione da parte proprio di Colei che quella visione l’ha concessa? L’assunto dei fatimiti è il seguente: la Madonna spiega sempre le visioni che mostra ai bambini, anche quelle più evidenti, come quella dell’Inferno. Possibile, dunque, che manchi la relativa spiegazione alla visione del Terzo Segreto?! Possibile che questo scenario, così oscuro ed enigmatico anche per gli studiosi più acuti, potesse risultare di facile interpretazione a tre pastorelli semianalfabeti?! Dice padre Kramer in un suo studio su Fatima: «Perché la Madonna avrebbe spiegato un qualcosa di così ovvio come la visione dell’Inferno, mentre non avrebbe dato alcuna parola per spiegare quest’oscuro passaggio pubblicato dal Vaticano?». La tesi dei fatimiti è dunque ovvia, visto che le loro domande son tutte retoriche: «esiste una seconda parte del Terzo Segreto che non è stata rivelata dal Vaticano nel 2000». «Questa seconda parte contenente la spiegazione ed interpretazione della visione da parte della Madonna – per i fatimiti – inizierebbe proprio da quella frasetta esplosiva («In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, etc…») resa nota nel 2000, seppur relegata in una nota. «Possibile – si chiedono retorici i fatimiti - che la Madonna concluda una sua frase (peraltro di fondamentale importanza, nda) con un “etc”?!». Il giallo è reso ancora più esplosivo dalla scelta del Vaticano di non tentare nemmeno un’interpretazione di quella frasetta.

LA LETTURA INCROCIATA DEL RIFERIMENTO AL 1960 E DELL’ATTENTATO
DELL’81


Cerchiamo adesso di operare una lettura incrociata di due elementi, uno dei quali vi ho già esposto. Elemento n° 1 Il Terzo Segreto doveva esser rivelato – riferisce suor Lucia – per espresso ordine della Madonna nel 1960 «perché allora sarà più chiaro». Elemento n° 2: nell’interpretazione vaticana (che pure alcuni ritengono, a giudizio mio senza alcuna base, non ufficiale) il Terzo Segreto fu ricollegato all’attentato a Giovanni Paolo II del 1981. La lettura interpretativa incrociata di questi due elementi rappresenta senz’altro un altro formidabile argomento a suggello della tesi dei fatimiti. E spieghiamo perché. Della questione dell’attentato dell’81 ormai sapete ciò che c’è da sapere, avendone già parlato. E colleghiamo adesso il tutto al primo elemento, ossia al riferimento al 1960. Relativamente alla pubblicazione del Terzo Segreto nel 1960, come detto, la Madonna giustificò tale data con queste parole: «perché allora sarà più chiaro»! Ma come poteva essere «più chiaro» nel 1960 ciò che si sarebbe verificato addirittura 21 anni dopo?! E comunque, anche ammesso che si voglia fare la politica dello struzzo relativamente alle numerosissime contraddizioni della tesi ufficiale e quindi volendo prendere per buona la tesi secondo cui la visione del «Vescovo vestito di bianco» sarebbe la profezia dell’attentato dell’81, perché, dopo l’81, attendere ancora ben 19 anni prima di rivelare il testo del Segreto?!

LA QUESTIONE DELLA “RIVELAZIONE PRIVATA”

Ciò detto, veniamo ad esaminare uno degli argomenti più in voga fra coloro che avversano le nostre tesi. Questi obiettano che si tratta di “rivelazioni private” e, con questo, intenderebbero porre fine (artificiosamente) a tutti i dubbi e all’intera questione. In altre parole: i nostri “avversari” dicono che, trattandosi di “rivelazioni private”, ha poco senso stare a discettare sulla totalità o sulla parzialità della pubblicazione, sulla questione del 1960, sulle interpretazioni storiche e anche teologiche, tanto – è la loro tesi – si tratta di mere “rivelazioni private”, che dunque nulla aggiungono al Depositum Fidei. Orbene, che queste rivelazioni nulla aggiungano al Depositum Fidei è senz’altro vero, ma ciò non toglie che, punto n° 1, trattasi comunque di rivelazioni da parte della Madonna (e dunque non di sciocchezze) e, punto n° 2, il fatto che nulla aggiungano al Depositum Fidei nulla toglie alla loro utilità in termini di salvezza dell’anima. In realtà, come detto, sembra più un escamotage per chiudere artificiosamente ogni discussione sulla questione, anziché un approccio serio ai Segreti di Fatima. La teologia cattolica ci insegna che esistono rivelazioni pubbliche e private. Le prime sono indirizzate all’intera umanità ed hanno ad oggetto la fede universale, le seconde invece sono necessariamente subordinate alla rivelazione pubblica ed estranee al Deposito della Rivelazione, al quale nulla di nuovo possono aggiungere. Le rivelazioni private obbligano soltanto coloro che ne sono da Dio favoriti, nonché tutti coloro per i quali la loro realtà storica e teologica è certa e non sono, per ciò stesso, vincolanti per l’intero popolo cristiano. Fatta questa sintetica precisazione teologica ci si chiede se veramente i fatti di Fatima possano essere inquadrati come “ rivelazioni private”. Leggendo, infatti, il testo del Terzo Segreto, tutto si può desumere fuorché che si tratti di rivelazioni private. Qui si parla di un «vescovo vestito di bianco» che, insieme ad altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose sale su una montagna ripida, in cima alla quale è presente una grande croce, alla quale il Santo Padre arriva solo dopo aver attraversato una grande città, mentre prega per le anime dei cadaveri che incontra sul suo cammino. Giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande croce, il Santo Padre viene ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce. Allo stesso modo – si legge nel testo ufficiale della Congregazione per la dottrina della fede – muoiono, gli uni dopo gli altri, i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, nonché varie persone secolari: uomini e donne di varie classi e posizioni. Cos’ha di privato tutto questo? La stessa teologia cattolica ci insegna che le rivelazioni private, oltre ad essere possibili, reali, relativamente rare, necessariamente subordinate alla rivelazione pubblica, estranee al Deposito della Rivelazione, devono essere anche utili alle anime di coloro ai quali esse vengono comunicate (e a queste soltanto, sostanzialmente, visto che sono private). Ebbene: cos’ha di utile perle anime di questi piccoli pastorelli portoghesi tutto questo? In cosa può giovar loro l’essere a conoscenza delle sorti del Santo Padre? In che modo può essere loro utile sapere come morirà il Santo Padre? In che modo possono essere loro utili i dettagli quali la causa della morte, la città in rovina, ecc…? In che modo tutto questo può essere utile a tre poveri semplici pastorelli semianalfabeti? Qual è l’utilità per le loro anime (considerata come conditio sine qua non affinché si possa parlare di “rivelazione privata”) di queste rivelazioni? Quanto finora detto, peraltro, vale anche per la prima e seconda parte del Segreto. Anche la visione dell’inferno, che la Madonna permette ai tre pastorelli, infatti, è concessa affinché si stabilisca nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Non solo: si fa menzione, in seguito, di una guerra che sta per finire e di un’altra che ci sarà in seguito. Si parla di conversione della Russia, del comunismo, di guerre e persecuzioni.  Ebbene: tutte queste cose (la devozione mondiale al Cuore Immacolato di Maria; la guerra; la conversione della Russia, il comunismo, le guerre e le persecuzioni) riguardano le anime dei tre pastorelli o il mondo intero? Sono fenomeni privati?

IPOTESI DI RICOSTRUZIONE DELLA PARTE NON RIVELATA E IPOTESI DI MOVENTE

E’ fin troppo evidente, già dalle poche cose fin ora esposte, che le contraddizioni e le assurdità della tesi ufficiale sono talmente tante e palesi da renderla un colabrodo. Riepilogandole in sintesi:

* Giovanni Paolo II, nell’81, non muore, mentre il Papa del Terzo Segreto sì.

* Lo scenario del Terzo Segreto e lo scenario del 1981 sono completamente diversi.

* Il riferimento al 1960 «perché allora sarà più chiaro» se riferito all’81 non ha alcun senso

* Lo scenario del Terzo Segreto è talmente analitico e dettagliato da non poter essere la
generica profezia di una generica «Chiesa dei martiri», cui allude il commento teologico
ratzingeriano.

* Che la Madonna possa concludere una sua frase, peraltro di fondamentale importanza,
con un «etc…» è semplicemente ridicolo.

* Che la Madonna possa usare un «linguaggio simbolico di difficile decifrazione» con tre
pastorelli semianalfabeti non è credibile perché mai nella storia questa è stata la
pedagogia mariana.

* Che si dica, nel commento teologico vaticano, che il Terzo Segreto «viene qui pubblicato
nella sua interezza» sa molto di excusatio non petita accusatio manifesta o di messaggio
criptato agli studiosi.

* Che un vescovo consigli ad uno studioso di Fatima di procurarsi la pubblicazione
ufficiale del Vaticano sul Terzo Segreto quando era ovvio che la possedesse già sa,
ancora una volta, di messaggio criptato, volto a far leggere fra le righe della
pubblicazione vaticana ciò che non è detto espressamente.

 Ciò detto, e detto altresì che la tesi dei fatimiti è che esista una seconda parte del Terzo Segreto non pubblicata e contenente la spiegazione di quella visione da parte della Madonna, resta da spiegare quale si ipotizza essere il contenuto della parte non rivelata, quale sarebbe la sua collocazione e perché. Quanto alla collocazione, è pacifico che essa segua le parole della Madonna «In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, etc…», assurdamente relegate, nell’edizione vaticana, come detto, in una nota. Quanto al contenuto, diverse sono le Ipotesi, ma tutte hanno comunque un denominatore comune: la parte mancante – secondo tutti gli autori – non sarebbe stata rivelata perché troppo spaventosa, sconvolgente! Secondo alcuni la parte che sarebbe stata censurata dal Vaticano nel 2000 conterrebbe «riferimenti ad un’apostasia (rinnegamento della vera fede, nda) nella stessa Chiesa» o comunque ad una crisi generalizzata della fede. E’ questa la tesi di Frere Michel. «Mentre “in Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede” – dice Frere Michel – in molte nazioni, forse quasi nel mondo intero, la fede si perderà. I pastori della Chiesa mancheranno gravemente ai doveri delle loro cariche. Per colpa loro, le anime consacrate e i fedeli si lasceranno sedurre in gran numero da errori rovinosi diffusi dappertutto. Questo sarà il tempo del combattimento definitivo tra la Vergine e il Demonio. Un’ondata di disorientamento diabolico dilagherà nel mondo. Satana si introdurrà fino al più alto vertice della Chiesa. Accecherà gli spiriti, indurirà i cuori dei pastori… Questa sarà la grande apostasia annunziata per gli ultimi tempi, il “falso agnello”, il “falso profeta”, che tradisce la Chiesa, a profitto della Bestia». Secondo altri, invece, la parte non rivelata conterrebbe riferimenti a nuovi orientamenti che avrebbero preso piede nella Chiesa. Secondo altri ancora, infine, parte non rivelata conterrebbe riferimenti alla fine del mondo o a cataclismi naturali. Ciò detto, il movente della secretazione è abbastanza evidente. Il riferimento ad «un’apostasia nella Chiesa», ai «pastori della Chiesa» che «mancheranno gravemente ai doveri delle loro cariche», al «disorientamento diabolico» che «dilagherà nel mondo», ma soprattutto a «Satana» che «si introdurrà fino al più alto vertice della Chiesa» – prendendo per buona la ricostruzione di Frere Michel – sarebbe dunque stato visto dalle autorità vaticane come una delegittimazione della Chiesa stessa, che non avrebbe portato altro se non un ulteriore disorientamento e misconoscimento dell’autorità della Chiesa. Tale preoccupazione è, in linea di principio, condivisibile. Ma fra la linea di principio e la realtà, spesso, c’è un abisso. Perciò, se è comprensibile la preoccupazione vaticana relativamente al fatto che tali contenuti avrebbero potuto condurre ad una delegittimazione della Chiesa che avrebbe portato un ulteriore disorientamento e misconoscimento dell’autorità della Chiesa stessa, è anche comprensibile, volendo sposare la tesi di Frere Michel, la preoccupazione della Madonna e la sua messa in guardia relativamente a questo «disorientamento diabolico»! In altre parole, se veramente avrà luogo (ha già luogo?!) questo «disorientamento diabolico» nella Chiesa occorre che anche i fedeli ne siano messi in guardia. La Chiesa, infatti, non è, per usare il gergo giuridico, un potere costituente svincolato da ogni altro, ma un potere costituito da Cristo e legato imprescindibilmente al depositum fidei lasciato da Cristo. Perciò un vescovo, ma nemmeno il Papa, potrebbe mai dire (banalizzo per intenderci): «Cristo è morto dal sonno»! Qualora lo faccia (e ciò accade) la resistenza a tale assurdità, non solo è legittima, ma addirittura doverosa. Idem, valga qualora la non rivelata contenesse riferimenti a nuovi orientamenti che avrebbero preso piede nella Chiesa! Se è comprensibile la preoccupazione vaticana relativamente al fatto che tali contenuti avrebbero potuto condurre ad una delegittimazione della Chiesa che avrebbe portato un ulteriore disorientamento e misconoscimento dell’autorità della Chiesa stessa, è anche comprensibile, volendo ancora sposare questa tesi, che la Madonna volesse mettere in guardia da determinati orientamenti, laddove essi fossero o in aperto contrasto con la fede, oppure, nella migliore delle ipotesi, d’intralcio alla vera fede. Infine, qualora la parte non rivelata contenesse riferimenti alla fine del mondo o a cataclismi naturali, il movente sarebbe altrettanto chiaro: ragioni di ordine pubblico. Onde evitare il caos mondiale, la Chiesa avrebbe deciso di non pubblicare quest’apocalittica rivelazione. E sarebbe, forse, l’ipotesi meno grave, alla quale, tuttavia, personalmente non credo, ritenendo invece più probabile che la parte non rivelata contenga riferimenti alla crisi della fede e alla crisi nella Chiesa.

Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 4 di febbraio 2011 - riproduzione riservata  (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)


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