sabato 13 ottobre 2012

HOLLYWOOD FA PIÚ APOSTOLATO DI TANTE PARROCCHIE

di Diego Vanni

Non passa anno, ci ho fatto caso, che non esca un film sul Demonio. Dall’ormai famoso L’esorcista di William Friedkin del 1973 a L’esorcista – La genesi per la regia di Renny Harlin, fino passando per L’esorcista – L’eretico e L’esorcismo di Emily Rose di Scott Derrickson. Per non parlare de Il Rito di Mikael Håfström, uscito nel marzo scorso. Anche se, a onor del vero, debbo esprimere delle riserve su alcuni aspetti di quel film, primo fra i quali il fatto che non si capisce bene se il seminarista scettico è stato ordinato prete prima o dopo aver fatto l’esorcismo di cui alla fine del film. Il che, come capite bene, non è proprio questione di lana caprina. Ma tant’è… prendiamo per buona l’ipotesi che fosse stato già ordinato sacerdote, ma che la cosa nel film non si veda per non allungare i tempi di una pellicola già decisamente lunga. Ciò detto, veramente il Demonio e la possessione diabolica sembrano essere argomenti di vivissima attualità, cinematografica almeno. Eh già. Perché nelle parrocchie, invece, nella stragrande maggioranza delle parrocchie, quantomeno, di questo argomento non si parla mai, quasi non fosse una verità della fede, quasi il sapere che il Tentatore c’è e che «come leone ruggente va in giro cercando chi divorare» (1 Pt 5,8) non ci riguardasse o non ci importasse minimamente. Un vivo grazie al Cinema, dunque. Veramente i mezzi della Provvidenza sono infiniti. Un voto decisamente negativo, invece, per quelle parrocchie “all’acqua di rose” dove, per non sembrare “medievali”, preconciliari, si omette di parlare del Male con la M maiuscola, del Demonio, del mistero d’iniquità di cui parla san Paolo. Voto altrettant negativo per quelle parrocchie dove non è che non si parla del Demonio per non sembrare “medievali” e preconciliari, ma non se ne parla semplicemente perché non ci si crede, quasi Cristo non solo non ne avesse parlato, ma nemmeno avesse avuto con Lui un’esperienza diretta (si pensi alle tentazioni del deserto). Idem dicasi per la Chiesa (ivi non compresi preti, vescovi e cardinali neomodernisti che al Demonio non credono) che, nelle persone degli esorcisti, combatte quotidianamente questa lotta tremenda contro il potere delle tenebre. E’ così, ahinoi! A questo ci siamo ridotti. C’è questa sorta di snobismo assurdo nei confronti del mistero del Male, nei confronti di quell’«impero delle tenebre» di cui parla Nostro Signore nell’orto del Getsemani, poco prima della sua agonia. Si dice: «Ma pensiamo in positivo… Perché spaventare la gente con storielle medievali, perché parlare del Male! Parliamo dell’amore, della bontà…». Beh… più che «pensare in positivo» io penserei in realistico. E se si guarda alla realtà (da cui non si dovrebbe mai prescindere) non si può non vedere questo «mistero d’iniquità» già in atto. E’ stupido far finta di non vedere questo «impero delle tenebre» che si espande smisuratamente. L’attacco del Demonio alla Chiesa, alla società, al mondo è di una potenza devastante; c’è uno scatenamento di forze infernali impressionante! Ma la vediamo o no la realtà?! Il pullulare di sette sataniche, l’aumento esponenziale delle pratiche esoteriche, della magia, dell’occultismo, della divinazione! La distruzione della famiglia, l’attacco alla famiglia! L’attacco alla Chiesa, l’apostasia dilagante anche nel clero e via dicendo. Ma lo vediamo o no questo impressionante scatenamento di forze demoniache?! E allora come si fa a liquidare il tutto con un «pensiamo in positivo»! E’ semplicemente stupido! Chi di voi, con suo padre malato terminale, per fare un esempio, potrebbe dire: «pensiamo in positivo»?! Sarebbe un atteggiamento idiota, se non da psicanalisi. Ma tant’è… In conclusione dico solo questo: sono andato con degli amici non credenti a vedere Il Rito lo scorso mese e uno di loro, mentre tornavamo in macchina a casa, mi ha detto: «Ti dico la verità, Diego; anche se sono ateo questo film mi ha scosso, mi ha dato da pensare. Sapere che succedono anchequeste cose…». Eh sì! Perché comunque mette in luce l’esistenza delle realtà spirituali, di questa dimensione, insomma, troppo spesso invisibile ai nostri occhi. Il che può essere un primo passo verso il cammino di fede. Non è stupido aver paura del male, della possessione diabolica, dell’Inferno! Tutt’altro. La paura di tutto ciò, l’orrore per tutto ciò, può spingere fra le braccia di Dio. Il che, come ricordava don Luca Bernardo Giustarini durante una sua conferenza, è certamente qualificabile come un amore imperfetto perché, alla fine del cammino spirituale, è necessario amare Dio fine a sé stesso e non per mera paura del Male, ma comunque un inizio di cammino. Vedere il Demonio in atto (e nella forma più cruda e violenta, per giunta, della possessione diabolica), poi, è d’aiuto anche al cattolico perché lo spinge (a me è successo dopo Il Rito) alla riconciliazione totale con Dio, alla confessione sacramentale, all’Eucarestia! Scusate se è poco.

 Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 8 di giugno 2011 - riproduzione riservata  (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)

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