domenica 14 ottobre 2012

MESSA DI NATALE, IN CATTEDRALE A RIETI. SI PARLA DELL’ICI, ANZICHÉ DI GESÚ CRISTO / IL PRETE PARLA DELL’ICI?! SOLO LA PUNTA DELL’ICEBERG DELLA CRISI DELLA FEDE

di Giuliana Calastri

Francesco, spero di poterti chiamare così e di potermi rivolgere a te dandoti del tu, tutto ciò non per un eccesso di confidenza, ma perché devo esporti un problema che mi coinvolge profondamente e del quale si può parlare a chi ti è veramente amico e può capirti, da come ho potuto dedurre dai tuoiarticoli sul giornale del Circolo Ragionar Cattolico. Una premessa: il mio rapporto con la religione è molto conflittuale; a volte ne sento un estremo bisogno, a volte me ne allontano, secondo, stupidamente, come si svolge la mia esistenza. Una vita non facile, piena di sofferenza, nella quale mi sono orgogliosamente rivolta a Dio per avere aiuto, perchè risolvesse i miei problemi; atteggiamento sciocco inculcatomi fin da bambina. Non sto qui a dilungarmi, entro nel nocciolo del problema: in questo momento sto attraversando una fase di rinascita, una fase in cui sto forse veramente scoprendo il senso della Fede e della Religione, ma non mi ritrovo nella mia parrocchia, con il mio parroco, con i fedeli che la frequentano; se faccio domande sento risposte insoddisfacenti, se cerco aiuto mi si dice solamente “prega”; se mi confronto, trovo ottuso bigottismo. Cosa ho fatto allora?! La cosa più normale: ho cercato altrove risposte ai miei dubbi e grazie ad un caro amico sto tentando pian piano di venirne fuori. Fin qui tutto normale; accettato che da una parte non c’ era dialogo, ho avuto la fortuna di trovarlo altrove, partendo dalla consapevolezza che Dio è immenso ed io sono nulla e non ho alcun diritto di chiedere ma solo di ringraziare. Ti starai domandando cosa c’ entri tu in tutto ciò. Arrivo al nocciolo. Domenica, il giorno del Natale, avevo deciso di non andare a Messa; troppo insoddisfacente, troppo formale, troppo ipocrita, avevo deciso di restare in casa ad adorare e pregare il Signore, da sola con Lui. Dopo pranzo, però, tornata a casa, mi è piombata addosso una malinconia immensa; il ricordo di ciò che è stato e che più non avrò, un senso profondo di solitudine, ho sentito la necessità di uscire e di andare in Chiesa per condividere con gli altri il grande dono che il Signore ci ha fatto e per uscire dalla mia egoistica autocommiserazione. Sono andata alla Messa delle 18, in Cattedrale; una Messa solenne, la Chiesa gremita di fedeli, “Che bello” - mi sono detta - certamente qui troverò parole che mi aiuteranno ad essere più umile per accogliere il messaggio del Signore. Prendo posto molto vicino all’ altare, sai, mi piace ascoltare e seguire il Rito senza distrazioni. Il sacerdote in pompa magna, niente chierichetti, altri 4 anziani sacerdoti in aiuto. Comincia il rito, io molto assorta, sto cercando conforto, consolazione, serenità, quella gioia interiore che solo un giorno come il Natale può comunicare. Bene, si arriva all’omelia, anche se con lo scambio di qualche occhiataccia tra sacerdoti (non so se si stessero fregando tra di loro un ruolo); l’ officiante sale sul pulpito, aspetto con desiderosa attesa che si parli del mistero della natività, del dono che Dio ha fatto all’ uomo, del Suo farsi uomo per gli uomini, della Vergine Maria, dell ‘importanza per l’umanità tutta di ciò che accadde in quella notte. Francesco, che delusione! Una predica fredda e letta su un foglietto, un tono piatto ed uniforme che si è risvegliato (diventando molto duro) solo quando il sacerdote ha detto: «E questa è la Chiesa, povera ed accogliente, la Chiesa che è accusata di non pagare l’ICI, mentre invece la paga fino all’ultimo centesimo, la Chiesa che qualcuno vuole denigrare e malfamare, ma è bene che qui tutti lo sappiano, la Chiesa non ha debiti con lo Stato». Francesco, in un primo momento sono rimasta allibita; mi sono guardata intorno: tutto sereno e tranquillo, ed allora mi sono indignata, ferocemente indignata. Come?! Io - e spero non solo io - sono venuta qui come si va ad una festa, con il cuore pieno di dolci aspettative e mi si parla dell’ICI?! Il giorno di Natale?! Davanti ad una marea di persone?! Ma che faccia tosta! E questa è stata la conclusione dell’omelia! Terminato il Rito sono uscita con il cuore in tumulto, più sola ed amareggiata di prima, mi sono ripromessa di non rientrare più in una Chiesa dove si fa politica, partitica, economia e propaganda, propaganda a tutto meno che alla Fede. Il mio stato d’animo, tornata a casa era di sconforto, grande, immenso, così come grande ed immenso era il desiderio di renderlo pubblico, ecco il perché di questa mia lettera. Scusami, so che tu ci tieni alla Fede e alla Religione; io la vado ancora cercando, ma questa Chiesa mi ha dato un bel calcio, mi ha dato modo per allontanarmene. Se è questo che vuole, ci sta riuscendo. Sono una, ma penso che altri si trovino nelle mie condizioni. Puoi aiutarmi, considerato il fatto che vivo in una piccola città di provincia e che mi è difficile trovare un confidente, una persona che mi aiuti ad avvicinarmi a Dio e non ad allontanarmene? Scusandomi per il tempo che ti ho preso, ti auguro delle Buone Feste.

IL PRETE PARLA DELL’ICI?! SOLO LA PUNTA DELL’ICEBERG DELLA CRISI
DELLA FEDE


di Francesco Bernardini

Cara Giuliana, sarò meno formale di te visto che ci conosciamo da un poco via Facebook e da pochissimo anche di persona. Intanto ti ringrazio per la tua lettera che, come ti ho detto e come tu hai acconsentito, verrà pubblicata sul mensile del nostro Circolo. L’episodio che tu riporti purtroppo non è che la punta dell’iceberg della crisi di Fede che colpisce la Chiesa Cattolica. Non a caso recentemente il Papa ha detto a tutti noi battezzati, ma soprattutto a chi ha più responsabilità di noi, che si sta sostituendo, all’interno della Chiesa, la religione di Gesù Cristo con la religione dell’uomo. Si cerca di mettere al centro dei nostri pensieri l’uomo, la società, la politica, la filantropia (scambiandola per Carità) etc... e ci si dimentica di Gesù: il nostro Dio che in questi giorni si dona a noi in veste di bambino. Se questa è la via intrapresa, i risultati sono quelli da te indicati! Si cerca una parola chiara di Fede, si cerca che qualcuno, a cui Gesù ha affidato il compito sublime di istruirci nella Fede, ci indichi una via sicura da percorrere, una Via (la persona di Gesù) che ci permetta di cominciare un cammino anche in questi momenti difficili ed invece ci si ritrova a sentire recriminazioni (ICI per gli Enti Ecclesiatici) che, più o meno giuste (non voglio entrare nel merito), non hanno comunque nulla di propositivo né di speranza. E la tua attesa e la tua speranza è andata delusa e come la tua, saranno andate deluse altre attese ed altre speranze. Purtroppo la situazione, anche dalle mie parti è quella da te descritta; totale perdita di autorevolezza da parte dei sacerdoti (con le dovute eccezioni) a cui si risponde con accentuazione del clericalismo e dell’autoritarismo, con massicce dosi di autoreferenzialità e di vittimismo qualora qualcuno osi dire le cose che sono evidenti a tutti. I cultori del dialogo ormai dialogano solamente tra loro e con chi si adegua a tutto. I difensori della libertà di coscienza, del rispetto di tutte le idee (e non delle persone) ormai rispettano solo le idee uguali alle proprie, le altre non le sopportano. Se hai letto le vicende del Circolo ti renderai conto dove siamo arrivati, ma tant’è, ce ne facciamo una ragione, andiamo avanti, dialogando (noi sì) con tutti, sforzandoci di far proprie le idee giuste (cattoliche) e combattendo le altre nel rispetto di ognuno, anche di chi esprime idee che combattiamo. Non sfuggiamo ai problemi che il compito che ci siamo assunti ci procura: ci presentiamo e diciamo le cose firmandoci con nome e cognome; se c’è da criticare lo facciamo pubblicamente, etc... Se leggi lo statuto del Circolo capirai qual’è l’idea che ha mosso questa iniziativa: fare testimonianza pubblica della Fede, orgogliosi e tremanti nello stesso tempo per il compito che il Signore Gesù ha voluto, col Battesimo, ma soprattutto con la Cresima, affidarci. Purtroppo una posizione umana come quella esposta, inevitabilmente si scontra con l’indifferenza ai problemi della Fede Cattolica, ormai imperante! Hai mai sentito dire che tutte le religioni sono uguali?! La mia non lo è, perché il mio Dio si è fatto uomo ed è nato in una mangiatoia e ha dato il Suo Sangue per i miei tanti peccati! Cara Giuliana se hai sentito una cosa così grande, così vera, in un’altra religione dimmelo, che mi converto. Oggi si dice che essenziale è “farsi prossimo”, frase che ricorre spesso e sottintende, penso, che la cosa più importante è l’amore per gli altri, ma è davvero così?! Non ci dice il Signorem che senza di Lui non possiamo fare nulla?! e come possiamo fare qualcosa di estremamente difficile come amare il prossimo se non è Lui a farlo per noi, in noi e con noi?! E come si può amare il prossimo se l’imperativo è parlare di tutto meno che di Lui?! Ma ci preoccupiamo di amare il prossimo portando Lui a chi di Lui ha sete?! Ma davvero non capiamo la differenza tra filantropia e Carità?! Potremmo cara Giuliana continuare all’infinito. Lasciami concludere queste mie riflessioni sulla tua lettera con alcuni consigli che ovviamente potrai far tuoi o meno, consigli che non sono verità di Fede, ma cose dettate solo dalla mia esperienza. Tra i consigli spirituali, vorrei partire dai più ovvii: preghiera. Perché non cominci a recitare il S. Rosario?! Magari una volta alla settimana ad un giorno ed ad un’ora precisa?! Un impegno settimanale che, vista la tua estrazione culturale, ti consiglio di realizzare così: recitalo in latino, se riesci a recitarlo non da sola è anche meglio. Cerca di non mancare al precetto festivo della S.Messa ... e anche qui ti consiglierei, dove possibile, di assistere alla celebrazione tridentina, in latino (secondo il Motu Proprio di Benedetto XVI del 7/7/2007 Summorum Pontificum),celebrazione che da quella data è stata di nuovo pienamente riammessa all’interno della Chiesa mettendo fine alla sciagurata decisione di sospenderla! Ma con questo argomento finirò la mia lettera. Fai di Gesù il compagno della tua vita, mentre cammini, mentre cucini, mentre guidi... sempre! Pensa a Lui, a Lui come la persona amata, a Lui per tessere le Sue lodi, pensa a cosa diresti di Lui ad una persona amica per farla innamorare (apologetica)! Vedrai che in questa maniera ti innamorerai sempre di più e non sarai più sola. Consigli pratici ho visto che nella tua Diocesi non ci sono celebrazioni secondo il rito antico (Vetus Ordo): la cosa mi stupisce, ma così è; ci sono comunque celebrazioni a Roma, alcune delle quali, per sentito dire, di notevole bellezza, se vuoi ne parliamo! Non ti meravigliare se parlo di bellezza perché la bellezza attrae, trascina, eleva l’animo... In parole povere è meglio il bello del brutto (ovvio ma quasi mai capito), ma la cosa che più ti colpirà nelle celebrazioni Vetus Ordo sarà l’evidente mancanza di possibilità di immettere all’interno della celebrazione stessa ogni elemento personale sia da parte del celebrante (cosa che tu hai segnalato) che da parte del popolo che assiste! Sono impensabili, nel Rito tridentino, gli applausi; le intenzioni alla preghiera dei fedeli che nulla hanno a che fare con la Fede e che molto spesso servono non a chiedere a Dio ma ad esprimere punti di vista di chi legge, etc... Un altro consiglio pratico sarebbe quello di cercare nella tua città e/o nei paesi della diocesi reatina delle persone con un interesse per la celebrazione Vetus Ordo per formare un gruppo stabile per poi fare richiesta al Vescovo. La cosa non sarà facilissima, per l’ostilità che scatenerai tra i “professionisti” della Messa, ma solo il riuscire a mettere insieme un gruppo di persone che si prendono a cuore le cose della Fede sarà già un successo e aiuterà te e gli altri a viverLa sempre più pienamente. Non ti preoccupare mai del numero, pensa alla qualità! Ti ricordo le parole che Paolo VI pronunciò verso la fine del suo pontificato, la citazione è a braccio: «Purtroppo si fa sempre più strada all’interno della Chiesa un pensiero anticattolico, è necessario che permanga un piccolo gregge» e da allora, purtroppo la situazione è peggiorata. Se vorrai intraprendere qualche iniziativa troverai in me e nel Circolo, che indegnamente rappresento, tutta la disponibilità possibile ed immaginabile. Per ultimo ti ringrazio per la tua iscrizione al Circolo Ragionar Cattolico, per la tua lettera e per l’impegno che vorrai assumerti per la diffusione del nostro giornalino e, se possibile, per cercare nuove adesioni al Circolo. In Christo Rege, tuo Francesco.

P.S. ti allego un pensiero di Antonio Socci:
«Potranno esserci dei cristiani che, tristemente, abboccano alle lusinghe delle sirene e dei poteri mondani, ma la Chiesa e i suoi figli non abboccheranno mai: “Molti tentano la Chiesa - scriveva già S. Ambrogio - ma nessun ‘incantesimo’ le potrà nuocere. Non hanno alcuna efficacia gli incantatori, là dove ogni giorno risuona il cantico di Cristo. Ella ha già il suo incantatore: è il Signore Gesù per opera del quale ha potuto rendere inefficaci gli incantesimi degli incantatori e i veleni dei serpenti”».

Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 13 di gennaio 2012 - riproduzione riservata  (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)

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