domenica 14 ottobre 2012

LA CARITÁ, QUESTA SCONOSCIUTA…

di Giuliana Calastri

Una mattina qualunque, in un supermercato qualunque, incontro degli amici. Dopo aver fatto la spesa, ci avviamo, ciascuno con il proprio carrello, verso le rispettive auto che erano, volle il caso, proprio vicine; metto le buste cariche e pesanti in macchina ed, immancabilmente, mi si avvicina un ragazzo di colore, alto, robusto, in gamba. Un po’ adirata perché si era fatto vivo solo quando io avevo già faticosamente trasbordato la spesa, mi rifiuto di dargli il carrello per riportarlo a posto e prendersi l’euro. Il mio amico, che mi era al fianco, pur trovandosi nelle mie identiche condizioni, gli consegna il suo carrello e al mio sguardo sorpreso risponde «Lo faccio sempre, è questione di carità cristiana». Sono rimasta interdetta e mentre tornavo verso casa riflettevo tra me se non avevo ben chiaro il concetto di elemosina e lo confondevo con quello di carità. Non avendo con chi parlarne, ho mandato un messaggio e mail ad alcuni miei contatti con questa domanda: il concetto di carità è uguale per credenti e per non credenti? Riporto qui di seguito le loro risposte, ovviamente anonime per la privacy.

- «Carità è fare del bene al prossimo, soprattutto se quest’ ultimo è più povero di noi sia materialmente, sia socialmente che spiritualmente. La carità è una buonissima cosa non solo per i cattolici, ma anche per gli atei e gli agnostici. Però forse hanno significati diversi: per il cristiano semplicemente perché siamo tutti figli di Dio, per un ateo semplicemente perché pensa che non sia giusto non aiutare gli altri».

- «Per me c’è una grandissima differenza: io faccio la carità perché vedo Cristo nel sofferente, non credo che gli atei lo facciano per lo stesso motivo. Anche se il gesto alla fine è lo stesso, cambia il movente».

- «No, no, non c’è differenza tra atei e credenti. La carità è Amore e chi ama, indipendentemente dal suo pensiero, aiuta, dà, si mette a disposizione di chi ha bisogno, si dona agli altri».

- «Da ateo, quando aiuto qualcuno, compiendo un atto di carità, lo faccio come atto puro di bontà in sé. Ho la convinzione che dopo questa vita non c’è nulla e quindi cerco di rendere questa vita migliore possibile per me e per gli altri uomini, ben sapendo che non me ne verrà nulla in cambio. Un credente non compie mai un atto di carità come atto di bontà in sé, ma poiché nel prossimo bisognoso vede Cristo, compie un atto di bontà verso Cristo allo scopo di ingraziarselo e guadagnarsi la vita eterna. In sostanza quando gli atei aiutano lo fanno senza chiedere nulla in cambio, i credenti lo fanno per guadagnarsi la vita eterna».

Ora ho le idee ancora più confuse; lascio perdere sia il concetto di elemosina che quello di filantropia, voglio fermarmi alle parole del mio amico «Carità cristiana»; ma io so, o almeno credo di sapere che la Carità è la virtù per la quale amiamo Dio al di sopra di tutto e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio. Gesù fa di Essa il vincolo di tutte le altre virtù, che anima, ispira ed ordina. Quindi il termine Carità esprime meglio di ogni altro l’amore cristiano, ma spesso nel linguaggio comune è privato della sua specificità teologica perché con esso si identifica il semplice atto dell’elemosina: eppure la Carità cristiana trae la sua origine dall’amore di Dio che attraverso Cristo e lo Spirito Santo ci è stato dato perché il cristiano possa riamare Dio e il prossimo. La Carità non è solo la virtù teologale, ma è «la forma delle virtù» perché essa vivifica tutte le altre, dona loro un significato e un valore: è il segno di riconoscimento del cristiano. Nel Vangelo di Giovanni (13, 25) si legge infatti «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete Amore (Carità) gli uni per gli altri».Ed allora riflettiamo: facciamo pure l’elemosina come, quando e a chi vogliamo, ma non quantifichiamo economicamente la Carità cristiana!!

Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 20 di settembre 2012 - riproduzione riservata  (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)

Nessun commento:

Posta un commento