domenica 14 ottobre 2012

BENE L’ ISTITUZIONE DELL’ANNO DELLA FEDE, CONTRO IL SENTIMENTALISMO ESPERIENZIALE PROSTESTANTE, NEL SOLCO DI PADRE TYN

di Gianni Battisti 

Papa Benedetto XVI ha opportunamente indetto l’anno della Fede. In effetti spesso i fedeli sono disorientati, sballottati qua e là da mille venti di dottrina ed influenzati spesso da falsi profeti e cattivi maestri che imperversano ahimè, non di rado, anche all’interno della compagine ecclesiale. Urgeva ed urge pertanto una robusta riflessione in tutto l’Orbe Cattolico circa la Fede, circa questa fondamentale virtù teologale, come detto, spesso colpevolmente e scriteriatamente inquinata soprattutto al giorno d’oggi e questo, cosa ancor più grave, per manie di grandezza e di protagonismo che nulla hanno a che fare appunto con l’onestà intellettuale che dovrebbe essere premessa costante di un costruttivo dibattito volto all’approfondimento delle intramontabili verità cattoliche. Come afferma con sagacia P. Giovanni Cavalcali, dobbiamo renderci pienamente conto che purtroppo al giorno d’oggi circolano molte eresie e stranamente assistiamo ad un imbarazzante silenzio della Gerarchia su di esse quasi che i legittimi pastori posti a guida del gregge di Cristo, volessero abdicare dal fondamentale compito di correggere gli erranti. Ora P.Tomas Tyn sentì al contrario, come una vera e propria missione affidatagli dal Signore, quella di divulgare la retta dottrina cristiana e cattolica essendo pienamente consapevole del fatto che la corruzione della Fede è la cosa più grave che possa esistere soprattutto in prospettiva della Salus Animarum. Padre Tomas si erge così a vero maestro di Fede per i nostri difficili tempi risultando il Suo illuminato insegnamento di Tomista convinto e convincente un grande aiuto anche e soprattutto nell’anno della Fede. Il grande predicatore domenicano che offrì in olocausto al Signore la sua vita per la liberazione dell’allora Cecoslovacchia dal regime oppressore – da qui uno dei motivi della Causa di Beatificazione – ha considerato in effetti sempre fondamentale la purezza dottrinale ed è stato per tutta la sua vita convinto assertore, da metafisico di razza, della importante verità consistente nel fatto che Qui ignorat Metaphisicam in Theologia semper erit peregrinus, cosa che alcuni “teologastri” contemporanei hanno del tutto dimenticato, sulla presunta, errata convinzione, di aver raggiunto una fede più autentica ed “esperienziale” che sarebbe in grado, ahimé, di poter fare a meno del fondamento dogmatico e speculativo. Già, l’esperienza la fa da padrone al giorno d’oggi soprattutto tra gli smarriti fedeli. Non è raro imbattersi in persone che frequentano lodevolmente la Chiesa ed i Sacramenti e che però, una volta interrogati circa alcuni stravaganti comportamenti tenuti ad esempio in ambito liturgico – sul malinteso presupposto della assoluta necessità di un’Actuosa Partecipatio – abbiano ad affermare in tutta serenità di non badare tanto a vedere se un’azione liturgica sia corretta o meno, se una determinata dottrina sia o meno corretta, ma di guardare all’ ”essenziale”, se cioè – ecco la radice dell’imperante sentimentalismo dei nostri giorni – la frequentazione liturgica e sacramentale “mi fa stare bene”. Ora, è pacifico che la grazia elargita dalSignore attraverso la Sua Chiesa e i sacramenti faccia anche “stare bene”, ma questo non é certo l’aspetto maggiormente rilevante, potendo l’individuo stare bene anche all’interno di compagini immorali che soddisfino, per esempio, le sue concupiscenze. Il punto dunque è un altro e si discosta da questo “esperienzialismo” e “ sentimentalismo” di conio chiaramente protestante. Il punto è – e P .Tomas lo aveva capito profondamente e cercò in tutta la Sua vita di trasmetterlo instancabilmente con la parola, con gli scritti e con l’esempio – che solo da una retta dottrina può discendere un retto agire. Ecco l’importanza della purezza della Fede poiché la corruzione della Fede é molto piu’ grave della corruzione dei costumi. Afferma giustamente P. Giovanni Cavalcoli: «Nella misura in cui si aggraverà l’attuale disorientamento e relativismo nel campo della morale, si sentirà sempre più il bisogno di rifarsi all’insegnamento di P. Tyn, il quale, col suo robusto pensiero dogmatico e speculativo, ci ricorda che una lotta efficace contro l’errore in morale é data solo dalla confutazione degli errori dogmatici e speculativi che ne sono alla base, proponendo in questo campo, con validi argomenti, la sana dottrina». Abbiamo avuto la grande grazia del Cielo di aver avuto con noi P. Tomas Tyn nei mitici quindici anni bolognesi. Novello San Tommaso D’Aquino arrivato, appunto, per grazia di Dio a far apostolato in Italia in quegli anni, P. Tomas Tyn ha restituito un po’ della sua immensa nobiltà alla Sacra Teologia rendendola ancor più ed ancor meglio la “Scienza dei Santi” ed aiutando tutti noi, se solo lo vogliamo e abbiamo la perseveranza di accostarci umilmente al suo grande insegnamento, a vivere nel migliore dei modi la nostra Fede.

Da La voce cattolica (Mensile del Circolo Ragionar cattolico) edizione n° 19 di luglio 2012 - riproduzione riservata  (richiedere autorizzazione a segretario@ragionarcattolico.it)

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